Ca’ nessiuno è affisso!

Da Francibb @francibb

Due giorni e sarà finita.
Ma è che non sembra nemmeno iniziata. Avete sentito anche voi il pianto di solitudine dei tabelloni elettorali? È davvero solo la nuova politica low cost e low profile?

Una pena: gli orrendi tabelloni in lamiera, i deturpatori degli orizzonti noti… vuoti! Rimarranno così, desolati, ad aspettare il sole d’aprile per la seconda tornata elettorale.
E già so il patimento lo strazio: scrostati, strappati, (incisi o graffiti con qualche buona A cerchiata), divenuti ormai poltiglia sotto la pioggia e la neve, aspetteranno d’essere ancora illusi d’arridere al dissipato sol dell’avvenir. Tutto un po’ strano in quest’inizio anno scampato per una piuma alla catastrofe maya, dopo la riedizione di B., le dimissioni di P. la candidatura di M. che mai sarebbe salito, sceso, andato in tondo, in politica, le millanterie di O. che forse anche il nome è un premio mai avuto.

Son davvero finiti i tempi dove si incollavano i cartelloni l’uno su l’altro e non si vedranno più le scene degli stradini che, finita la tornata elettorale, portano via vere e proprie barricate di carta pesta.

Ma perché così poco investimento promozionale? Questa morigeratezza quasi mesta? Crisi? Non proprio, o almeno, non solo quella.

Il perché sta nel Porcellum, che ha reso del tutto inutile la battaglia fra i candidati. Cancellate le preferenze, i candidati vengono eletti in relazione al posto in lista e quindi non sono motivati a setacciare il territorio. Si aggiunge anche il timore che, puntando sui nomi, sulle persone, facendo memorizzare i nomi, gli elettori scrivano la preferenza sulla scheda finendo per annullarla.
Inoltre internet offre alternative gratuite, (o di poca spesa) che non vanno a incidere nel redditometro dei candidati. I messaggi elettorali si mandano con il tam tam degli sms dei fedelissimi (arrivati? a me sì); sui social network dove si condivide e si ricondivide; sulle pubblicità pre-video di youtube; si lanciano con hashtag (che non è una marca di giavellotti), si twitta e ritwitta e nei giochini di Zynga!
Fra le melanzane di Farmville trovi dei candidati pronti a darti una mano a concimare il tuo orto virtuale!

Eppoi, è la stessa politica a volersi più smart ma meno faraonica: una campagna elettorale troppo pretenziosa e invadente sarebbe stata vissuta con fastidio dagli elettori, sfiniti dall’essere spettatori degli sprechi (vorrei conoscere l’opinione che hanno gli anziani che con la neve si son trascinati ai CAAF e alle Poste per capire quali documenti dovessero compilare – o farsi compilare dai nipoti – per il rimborso IMU).

Nessun santino e pochi comizi. Tranne M5S e Fratelli d’Italia, (quest’ultimi perché devono far conoscere il logo e i loro candidati che esortano di “non votare con il culo” ), meglio la tv, i salotti e i palazzi degli amici. Riscaldati. Lontani dal freddo inverno, dalla neve e dalla pioggia.
Il cartellone elettorale sta diventando desueto: è il vecchio modo di far politica.

Le prime elezioni invernali hanno portato la politica del mug del the con i biscotti, davanti al PC.
Che ne dite di toglierli del tutto?

(mai avrei creduto di scrivere di politica nel mio blog: non ho nemmeno il tag adatto,
potevo fare la foto in bianco e nero e intitolarla “30 sfumature di indeciso”
e domani niente post: c’è il silenzio elettorale!)