L'inizio è quasi plagio del bel romanzo di King "L'acchiappasogni", poi tremendamente trasposto al cinema. Roth però non si prende affatto sul serio e gira un horror comedy con tutti i crismi. Non capisco come qualcuno abbia potuto considerare Cabin Fever come un horror serio (e per questo rimanerne deluso) quando:- c'è un bambino che fa le mosse di judo prima di morsicare le mani di chiunque gli si avvicini
- c'è un personaggio, quello interpretato da Roth, che non ha il minimo senso, inserito solo per divertire un pò
- c'è un vicesceriffo allucinante, personaggio davvero riuscitissimo e quasi comico, capace di dire "baldoria" per 15 volte, di cui 10 in appena 3 minuti.
- ci sono le scene del protagonista (una copia del calciatore Giuseppe Rossi) che cade in acqua sopra il morto, quella del capretto investito, quella del medico coniglio probabile omaggio a Shining, quella del cane che fa in 45 pezzi la ragazza, quella del ragazzo che ingoia l'armonica e un'altra decina all'insegna di un'ironia, quando non comicità, completamente esplicita
- c'è il finale del fucile per i negri che definirlo strepitoso è poco, unito poi alla vendita della limonata diventa indimenticabileRoth, cosa che poi dimostrerà negli Hostel, sa scrivere, ha originalità, ironia e gusto per il citazionismo non eccessivo (evidente qua per location e taglio il riferimento a Raimi ad esempio). I suoi rimangono probabilmente filmetti o poco più, ma lui si diverte e impegna ad usare la propria testa e portare fino in fondo progetti che appaiono strampalati e immaturi quando al contrario sono piccole isole felici in un genere che sta implodendo su se stesso non per colpa delle nuove scuole o dei nuovi registi (perchè di film horror interessanti ed originali se ne fanno a scatafascio) ma di una distribuzione che, manco avesse un proprio brand, è capace solo di far uscire prodotti uno stampino dell'altro.Ed adesso basta, vado a sparare ad un pò di scoiattoli gay.
( voto 7)