D’Alema non le è mai piaciuto.
Mai. È sicuramente intelligente e preparato, ma tradito dall’arroganza, per questo fa errori clamorosi.
“D’Alema intelligente” è oramai un assioma. Ma quando l’ha dimostrato?
Quando parla, quando fa un’analisi politica. Lo dimostra perché è un uomo che ha letto due libri, è un uomo colto.
Va bene, ma nei fatti?
Politicamente è travolto dalla presunzione: lui, solo lui, ma allo stesso tempo è anche un uomo di partito, non è Renzi, non è un demagogo. Poi, quando si tratta del suo destino, dove ‘io posso prevalere’, ‘ io posso vincere su di te’, va nel pallone.
L’errore più grande di D’Alema?
Venne qui durante la Bicamerale e mi permisi di manifestargli dei dubbi. E lui utilizzando il mio cognome, disse: ‘Cacciari… Cacciari… ancora non hai capito: Berlusconi è un prigioniero politico’. Con lo stesso metro hanno affrontato Renzi, convinti di essere i più fighi.