( ...) eppure non abbiamo il cuore abbbastanza grande, penso mentre porto al guinzaglio la mia nuvola, non abbiamo il cuore abbastanza grande per sentire tutto il dolore di questo porco mondo.
Cacciatori di frodo, Alessandro Cinquegrani,
Miraggi edizioni, 2012
Tutte le mattine prima dell'alba, una donna esce dalla casa cantoniera giù al fiume, percorre dodici chilometri di un binario morto e si sdraia subito dopo la curva, troppo stretta, aspettando il treno che le faccia rotolare la testa giù dall'argine e nel fiume.Questo è un libro angosciante.
Tutte le mattine un uomo percorre quegli stessi dodici chilometri per riportare a casa la moglie, sdraiata sui binari subito dopo la curva troppo stretta. (...)
Cacciatori di frodo è stato uno dei libri
selezionati per il premio Strega
Augusto che tutte le mattine si sveglia, cammina per 12 km e va ad impedire il suicidio della moglie, in una dolorosa routine.
E' di Augusto la voce che racconta la storia. E' lui che ci porta a quel binario morto tutte le mattine e che con la sua voce incerta ci parla, ci racconta, a ruota libera, di tutto quello che è successo.
E' un po' come quando camminiamo da soli, come quei pensieri che nascono quando dobbiamo raggiungere un certo luogo: sono pensieri a volte banali, a volte pesanti, pensieri che nascono ognuno dall'altro, flussi di coscienza, pensieri embrionali che tali rimangono perché a dirli ad alta voce a qualcun altro spesso non ci riusciamo, non vogliamo.
E' in questo modo che Augusto ci rivela se stesso: leggerlo è come essere dentro di lui.
Così, a pezzi conosciamo la sua storia.
Poi mi viene in mente quel giorno di trent'anni fa, più di trent'anni fa, mi viene in mente il mio fratello gemello Cesare, mi viene in mente, e poi penso a un cassetto pieno di fotografie e la mano che tira fuori numeri, numeri del lotto, un terno al lotto la vita, penso con la mia nuvola al guinzaglio, e questa volta tiro fuori quell'immagine di trent'anni fa, più di trent'anni fa, credo, avevamo forse undici o dodici anni, penso mentre aspiro un'altra boccata seduto su un binario coi piedi sull'altro ...E la sua storia non è la storia di tutti noi: non pensate di leggere le solite banalità dove il protagonista non ha niente di meglio da fare che crucciarsi della sua vita.
La storia c'è ed è forte, è una storia che inizia come tante, con una madre cattolica, un padre nazifascita, un fratello diverso e uno normale, Augusto: Augusto che una volta adulto ci prova ancora a vivere normalmente, a lavorare, a badare onestamente alla sua famiglia. Ci prova.
Cacciatori di frodo è un romanzo duro, aspro, crudo, ambientato nel florido Nordest dove sei bravo se ti prendi cura della famiglia, se lavori, se stai alle regole, se rispetti il padre e la madre. Non è di questo però che parla il libro: non è una polemica sterile contro la società o sulla società, tutt'altro. E' la presa di coscienza di un individuo, Augusto, che ha fatto quello che ha fatto e ora con questa storia, che sembra quasi una confessione, cerca qualcosa, forse la fine.
...io mi porto al guinzaglio la mia nuvola, una manciata di metri cubi di acerbe espiazioni prese al guinzaglio e percorro i binari della ferrovia...E' davvero difficile dire di cosa parli esattamente questo libro, perché non ci sono schemi prefissati, ci sono pensieri di dolore, rabbia, colpa, quiete, rassegnazione, disperazione.
Cacciatori di frodo scopertinato
Non è un libro facile, non è un libro che si legge d'un fiato. Lo stile non aiuta perché sono parole che giocano a rincorrersi e a ripetersi, la punteggiatura ti mozza il respiro, è fatta di tante virgole e pochi punti, i capitoli sono fitti fitti di pensieri che richiamano ricordi e i ricordi portano a disvelamenti e occultamenti. Non ci sono certezze: non provate a leggerlo pensando a una storia classica con buoni e cattivi, qui c'è solo Augusto con il suo modo di essere, le sue scelte, le sue colpe e la sua nuvola di acerbe espiazioni.
L'atmosfera è cupa, una tragedia che nasce lentamente per poi travolgerti, fino al momento finale, in cui non sai, se c'è la salvezza ci sarà.
A me Cacciatori di frodo è piaciuto: per l'intensità delle parole, per lo stile.
Mi è piaciuto il modo in cui Alessandro Cinquegrani ha scritto questa storia, con le pause, le ripetizioni, i pensieri confusi e le immagini fortemente evocative, come la nuvola al guinzaglio.
Iniziare a leggere questo libro è come accettare di ascoltare qualcuno che ha solo bisogno di parlare, di sfogarsi...Augusto non vi chiede un parere o un'opinione: vi chiede solo di essere ascoltato, in silenzio.
la quarta
Alessandro Cinquegrani è stato ospite al nostro festival Occhio di Bue. Un bell'incontro con un autore interessante, umile, molto disponibile. Emozionante il momento in cui ci ha letto un pezzo del suo libro.Il consiglio è di andarlo a sentire se capita dalle vostre parti, se leggere il libro spetta a voi: avete voglia di una storia così?