Subito si vede un uomo anziano vagare nel sotterraneo di un convento pieno di cripte contenenti morti mummificati, un camminare silente e attento. E' un procuratore della repubblica, verrà ucciso appena uscito. Nell'arco di pochi giorni altri 2 esponenti della magistratura, giudici di tribunale, faranno la stessa fine.
E' l'ispettore Rogas che indaga (superbo Lino Ventura), considerato il miglior investigatore dello stato. Presto i sospetti su un uomo che ha subito un errore giudiziario nel quale sono coinvolte tutte le vittime, però quest'uomo pare non avere più un volto, non una foto che lo ritrae è più rintracciabile.
Dal libro "Il contesto" di Leonardo Sciascia, una storia di intrighi, servizi e poteri deviati, depistaggi, intercettazioni telefoniche, ecc..., con chiara ispirazione a fatti di cronaca, dei quali a me è venuto subito alla mente, causa i numerosi alti ufficiali militari che compaiono, il famoso Piano Solo del generale De Lorenzo del 1964.
Ho visto la versione uncut, ma ho letto che all'epoca subì delle censure, non me ne sono ben chiare le ragioni come al censore, fatto sta che il film uscì con qualche taglio e fortemente boicottato nonostante venne premiato ai David per miglior film e miglior sceneggiatura. Ergo: da vedere! E' anche girato con grande cura, ma d'altronde stiamo parlando di Francesco Rosi, già ai tempi tra i registi di riferimento per qualità di fotografia e tempi e modi di ripresa. La storia poi è sviluppata con un crescendo di mistero e tensione, fino al terribile finale che mi spiace non raccontare ma è molto significativo. Lo definirei un giallo a sfondo politico, dove il cinismo del potere è il protagonista indiscusso.
Un momento da sottolineare? L'incontro con uno dei giudici condannati dal misterioso omicida, pezzo grosso del potere giudiziario, che a un certo punto, portando alle sue teorie proprio l'infallibilità del vangelo, arriva a sostenere che "...l'errore giudiziario non esiste così come non esiste errore nel mistero della fede...". Un atteggiamento sconvolgente anche per il realismo con cui appare sostenuta la scena! Pensare alla giustizia che "celebra" la legge così come un prelato celebra messa è spaventoso.
Strano che taluni personaggi contemporanei di gran pessima schiatta quanto potenti, di brianzoli natali e d'altezza pari alla bassezza morale, non adoperino, travisandolo a loro favore ma non sarebbe difficile, questo film con aspetti così critici verso la gestione del potere giudiziario. Forse, faccio un'ipotesi, tutto il resto del film li ricorderebbe troppo su altri aspetti, da renderlo sconveniente nel suo complesso.
Altro film del Cinema Italiano, quello con le maiuscole, da mettere in carnet.