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Cadute e amare conferme in Europa e nel resto del mondo, Reporter senza frontiere pubblica la classifica della libertà di stampa 2010

Creato il 26 novembre 2010 da Alessiaarcolaci
35 giornalisti e 2 assistenti uccisi, 158 giornalisti e 9 assistenti imprigionati, 112 cyberdissidenti imprigionati. Questo il triste barometro, ad oggi, dall'inizio del 2010, reso noto da Reporter senza frontiere, insieme all'ultima classifica della libertà di stampa nel mondo. L'Italia scende di un posto rispetto all'anno scorso e si ferma tra il Burkina Faso ed El Salvador, alla 49a posizione su 175. Amara realtà. Prima di noi paesi come Capo Verde, il Mali e la Bosnia; subito dopo Romania, 52a, Bulgaria e Grecia insieme alla 70a. Tredici dei ventisette membri dell'Unione europea sono nella Top 20 e si confermano in vetta i paesi del nord Europa, motori della libertà di stampa come Finlandia, Islanda, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Svizzera in testa. Crescita economica, come dimostrano le posizioni molto basse di Brasile, Russia, India e Cina, riforma istituzionale e rispetto dei diritti fondamentali non necessariamente vanno di pari passo. “E' inquietante - ha spiegato Jean-François Julliard, segretario generale di Reporter senza frontiere, in occasione della pubblicazione della nona edizione della classifica - vedere come molti paesi membri dell’Unione Europea continuano a scendere nella classifica. Se non si marcia insieme, l’Unione Europea rischia di perdere la sua posizione di leader mondiale nel rispetto dei diritti umani. E se ciò dovesse accadere, come potrebbe essere convincente quando chiede ai regimi autoritari miglioramenti nel rispetto dei diritti umani? C’è bisogno urgente per i paesi europei di recuperare un comportamento esemplare”.Netto ed inquietante il giudizio sulla situazione in Italia, disegno tragicamente perfetto di un caos fuori dal comune: “Lo stato della libertà di stampa in Italia, stretto tra bozze draconiane di riforma e minacce della mafia, è molto più preoccupante di quello dei suoi vicini europei. La stretta delle associazioni mafiose sul settore dei media si sta rafforzando e obbliga gran parte dei giornalisti alla prudenza. Il ritorno al potere di Silvio Berlusconi riporta all'ordine del giorno la questione della concentrazione e del controllo governativo dei mass media. La riforma legislativa che vieta la pubblicazione di alcuni atti giuridici è incompatibile con gli standard democratici dell'Unione Europea”. Passano da tre a dieci i paesi in cui non è sicuro essere un giornalista a causa della totale persecuzione dei media e della completa mancanza di notizie ed informazioni, si tratta di Eritrea, Corea del Nord, Turkmenistan, Iran, Birmania, Siria, Sudan,Cina,Yemen e Rwanda. Scendono pesantemente nella classifica le Filippine, in seguito al massacro di circa 30 giornalisti da parte di un barone locale, l'Ucraina dall'elezione a presidente di Viktor Yanukovich che ha lentamente deteriorato la libertà di stampa del paese, la Grecia a causa di aggressioni a giornalisti e disordini politici e il Kirghizistan, con la campagna di odio etnico.
© Alessia Arcolaci

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