Ma c’è del vero in tutto ciò? Direi proprio di no, poiché si tratta dei soliti luoghi comuni che da decenni inquadrano i sardi nel famoso “Pocos, locos y mal unidos” attribuito a Carlo V, ma mai verificato in alcun documento o altra fonte storica. Ebbene, fu Martin Carrillo,ambasciatore del re Filippo IV nel 1641, in un resoconto stilato per il sovrano spagnolo in merito alla situazione linguistica e culturale della Sardegna a pronunciare quelle parole, e da allora tutti coloro che vogliono denigrare l’identità sarda ricorrono a quella frase scellerata che dovrebbe essere utilizzata, invece, per mostrare uno degli aspetti positivi dei sardi, ossia la loro capacità di decisione individuale, una peculiarità che costituisce da sempre il fondamento ideologico di chi vive in condizioni di autosufficienza.
Vorrei offrire una prima riflessioni ai dirigenti del Comune di Cagliari: ritirare dagli infopoint quella guida bugiarda che svilisce le qualità della città antica, interfaccia dei commerci nel Mediterraneo, porto aperto verso oriente e occidente e in grado di svolgere la funzione di amministratore e distributore delle merci. In secondo luogo suggerisco di avvalersi, per la ricostruzione storica, di studiosi esperti della storia locale, in grado di segnalare che la vita della città procede ininterrottamente fin da almeno 5000 anni, che è proseguita con le ricche genti di Monte Claro e del Vaso Campaniforme, proseguita con i nuragici e poi integrata dall’inserimento di gruppi di mercanti e artigiani che fecero della città un gioiello incastonato nel Mediterraneo.