La partita e le sue vicende vanno oltre i canonici novanta minuti, si perdono nei meandri della storia degli ultras e riaffiorano inesorabilmente ogni anno, dando sempre un pizzico di pepe in più. Dall’inizio della settimana i tifosi stavano gustando il sapore agrodolce di una partita tanto attesa ma sicuramente inibita per le ormai note ragioni di sicurezza e, data ormai la consuetudine, sembrava che nessuno se ne lamentasse più di tanto. Mercoledì a Roma l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, organismo del Viminale, aveva marchiato la partita con il bollino “rischio 2”: l’imponente affluenza dei tifosi non cagliaritani e la possibilità di scontrarsi con le fazioni locali avrebbero comportato per la Prefettura la necessità di un massiccio dispiegamento di agenti per l’ordine pubblico e la creazione di un’efficiente zona di prefiltraggio, facendo così riemergere le falle dello stadio quartese. Nello stesso pomeriggio Maurizio Beretta, presidente della Lega Calcio, aveva così deciso di spostare la gara all’Olimpico di Torino, nonostante i buoni auspici di Berlusconi in un’intervista per una nota emittente televisiva (<<Perché il Napoli sì e il Milan no?>>) e regalandoci così l’ennesima “trasferta casalinga”.
Tuttavia, chi non è rimasto a guardare passivamente di fronte a un’altra mancanza di rispetto nei confronti di coloro che hanno sempre operato a favore della sicurezza è stato il vulcanico presidente rossoblù Massimo Cellino, che con le unghie e con i denti si è aggrappato alla sua incrollabile posizione <<O “Is Arenas” o non si gioca>> e ha presentato un immediato ricorso al TAR. Non sono mancate le iniziative “di contorno”, dai singoli tifosi che, con l’aiuto dei social network, proponevano ai calciatori un sit in pacifico proprio in occasione della partita, da un possibile boicottaggio del match da parte della squadra – intenzionata a non toccare palla dopo il fischio d’inizio dell’arbitro – fino al costituirsi di una delegazione rossoblù, formata dalle colonne portanti del Cagliari, che nel primissimo pomeriggio di giovedì chiedeva un incontro con il prefetto Alessio Giuffrida. Dopo qualche ora è arrivata la risposta positiva del TAR che ha accolto il ricorso, consentendo il regolare svolgersi della partita in Sardegna. Pace fatta finalmente tra tutte le parti interessate, con i botteghini che sono ripartiti in quarta nella vendita dei biglietti e con i tifosi, quelli già in possesso del biglietto, che hanno disdetto qualsiasi impegno per il weekend di Carnevale.
La partita, per la cronaca, è terminata 1-1 con le reti di Ibarbo e di Balotelli, su rigore. Ma questa, si sa, è un’altra storia.
Gianmarco Cossu