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Cala il Tg1, cresce il Tg di Mentana. Minzolini: c’è un gioco di squadra tra La7 e Tg3; in uno scenario con molti più competitor il Tg1 tiene

Creato il 06 novembre 2010 da Iltelevisionario

Cala il Tg1, cresce il Tg di Mentana. Minzolini: c’è un gioco di squadra tra La7 e Tg3; in uno scenario con molti più competitor il Tg1 tiene

Secondo un articolo di Alberto D’Argenio dal titolo Il Tg1 cala negli ascolti, sale il Tg5. Ed è boom per Mentana pubblicato oggi da La Repubblica

È in corso una vera e propria migrazione di telespettatori che dal Tg1 di Augusto Minzolini hanno deciso di spostarsi al notiziario da due mesi firmato e condotto da Enrico Mentana. Con un trend in costante crescita. I dati sugli ascolti dei tg serali raccolti da Vidierre non lasciano dubbi: mettendo a confronto gli ascolti della settimana precedente all’arrivo di Mentana (dal 23 al 29 agosto) con quelli dell’ultima settimana disponibile (25-31 ottobre) emerge che il telegiornale della rete ammiraglia Rai ha perso il 3,95% di share con uno speculare aumento del 4,33% per quello de La7. Che ha clamorosamente raddoppiato la propria fetta di ascoltatori, posizionandosi sistematicamente intorno al 9% dello share nazionale. In termini numerici è passato da 1 milione e 489mila spettatori a 2 milioni e 420mila di lunedì scorso. Nel frattempo cresce, seppur in misura più contenuta, anche il Tg5 guidato da Clemente Mimun con l’1,32%.

Ma come si può essere certi che chi ha abbandonato la prima rete alle otto di sera ora guardi le news del sette? Basta analizzare i dati delle varie categorie di spettatori e la transumanza salta subito agli occhi: ai picchi di nuovi contatti del Tg La7 corrispondono le diserzioni dal Tg1. Ad esempio, tra i laureati il Tg1 ha segnato un calo del 4,9% di pubblico che corrisponde ad un più 7,9% del Tg7 che ormai cattura il 20% degli spettatori altamente scolarizzati (prima dell’insediamento dell’ex direttore del Tg5 erano il 12%). Tra gli over 65, addirittura, la transizione coincide perfettamente (con il Tg La7 che prende il 5,37% di pubblico e il Tg1 che perde esattamente la stessa percentuale). Un travaso che, con percentuali diverse, grosso modo si registra in tutte le fasce di età. Il tg di Mentana fa poi incetta di contatti al Nord, dove raccoglie mediamente l’11% del pubblico. E l’aumento del 5,9% del suo share corrisponde ad un meno 5,85% del telegiornale dell’ammiraglia Rai. Il Tg La7 sale poi in tutte le aree geografiche del Paese con analoghe cadute del Tg1.

Per capire il perché di tali spostamenti in parte può aiutare la lettura della tabella sugli argomenti più trattati dai due telegiornali serali. Spicca subito il tempo che Minzolini dedica ai servizi su costume e società il 9,5%, contro l’1,1% di Mentana. La rete ammiraglia dedica poi il 30% del proprio tempo alla cronaca contro il 26% del tg della rete di Telecom. Per converso alla politica Minzolini dedica il 18,5% dello spazio mentre Mentana lo fa per il 31%.

Il direttore del Tg1 Minzolini in un’intervista di ieri rilasciata a Corriere.tv ha affermato che

Credo che ci sia un gioco di squadra tra La7 e Tg3. C’è una sorta di rapporto sinergico. Quando sale la curva de La7, scende quella di Raitre. E poi la cosa si congiunge. In questo è stato intelligente Mentana. Mentana, rispetto ad un tg generalista, tipo quello che fa Raitre, fa un tg che normalmente ci sono 6-7 notizie che vengono approfondite. La contaminazione della platea porta molto spesso che questo scambio sia sempre meno automatico che qualche spettatore del Tg3 poi rimanga su La7. E’ abbastanza paradossale che la Dandini vada a lanciare il suo programma su La7, che la Sciarelli parli del suo programma su La7, che Saviano parli del suo programma su La7. [...]

L’idea che faccio troppa cronaca bianca o rosa è sbagliata, per un motivo molto semplice. Basta guardare le cose per come sono, vedere le curve del tg. I sette milioni e mezzo, otto milioni, di spettatori arrivano soltanto quando facciamo una cronaca leggera. E’ chiaro che quella è la caramella che ci permette di fare anche dei servizi più complessi, tipo la politica che di fatto non ci porta ascolti o di intervenire su questioni più istituzionali. La cosa che mi fa sorridere è che la nostra cronaca bianca, per il 90%, la prendiamo dai giornali. [...]

Noi nel mese di ottobre abbiamo perso 250 mila spettatori alle 20 e abbiamo guadagnato 450 mila spettatori alle 13,30. E’ chiaro che alle 20, tra partite e via dicendo, noi abbiamo una maggiore competizione. Rispetto all’anno scorso, io sono il direttore che ha patito tutti gli switch off di questo mondo, cioè che l’anno scorso il 5% della popolazione italiana poteva scegliere tra 160 canali, ad ottobre di quest’anno è il 30%, a dicembre sarà il 70%. Noi su una situazione che cambia, con uno scenario in cui ci sono molti più competitor, riusciamo a tenere. Punto.



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