Calabria: la Madonna si inchina al boss

Creato il 06 luglio 2014 da Nicola933
di Mirella Astarita - 6 luglio 2014

Di Mirella Astarita. Lunedì scorso durante la processione della Madonna delle Grazie. Un rito molto sentito ed emozionanti per i fedeli del posto, la processione ad un certo punto è stata abbandonata dal comandante della stazione dei carabinieri di Oppido e da due carabinieri. Il maresciallo Andrea Marino e i suoi uomini hanno deciso di allontanarsi dalla processione, dopo aver visto una scena terrificante, un “rito nel rito” abominevole. La statua della Madonna delle Grazie, preceduta dai sacerdoti, e dal consiglio comunale, arrivata all’incrocio tra Corso Aspromonte e via Ugo Foscolo, era stata fatta fermare da alcune decine di portatori davanti alla casa del boss del paese. La statua si è fermata per meno di un minuto, giusto il tempo di far inchinare l’effige alla dimora di Giuseppe Mazzagatti. Il vecchio capo clan 82enne, condannato all’ergastolo per omicidio e associazione a delinquere di stampo mafioso. Un vero e proprio padrino, temuto e “rispettato” anche dai Santi. L’uomo è agli arresti domiciliari per motivi di salute.

Il maresciallo, testimone della scena, ha immediatamente ordinato ai suoi uomini che si trovavano ai lati della statua di abbandonare la cerimonia. Un gesto volutamente plateale per sottolineare il disaccordo e il diniego del gesto. Le forze armate hanno subito abbandonato il corpo della processione in protesta contro quella forma medioevale di omertà. Mentre gli uomini in divisa si allontanavano, però, le autorità civili e religiose sembrerebbero esser rimaste immobili, lì a mani giunte dietro l’inchino della Madonna. Il gesto era chiaro, le motivazioni oggettivamente comprensibili e la protesta dei militare non lasciava alcun dubbio, ma il corteo è rimasto intatto, tutti lì sotto, tutti ossequiosi, con la testa china e il rosario stretto tra le mani.

Oggi anche il vescovo della diocesi di Oppimo Palmi interviene.”Il fatto è grave e prenderemo dei provvedimenti molto energici“, ha detto monsignor Francesco Milito, in un’intervista a Radio Vaticana.  “Abbiamo appreso stamane quanto è accaduto. In tempi brevi prenderemo tutte le informazioni in modo da avere un quadro completo, sia sui fatti che sulle persone. La cosa certa è che prenderemo dei provvedimenti. Bisogna far capire che non ci possono essere alleanze di alcun genere che siano contro la fede. Questo è un punto fermo, quali che siano le tradizioni ataviche, i collegamenti che possono esserci, le interpretazioni che si possano dare“. Solo due settimane fa Papa Francesco, in visita proprio in Calabria, aveva urlato a gran voce, quanto la lotta alla mafia fosse importante, quanto la dignità umana contasse e quanto i boss fossero “il nostro male”, ma sembra che le parole del pontefice abbiano smosso gli animi di pochi, o forse la paura e il “rispetto” hanno preso il sopravvento. Un paese intero che si ferma per quasi un minuto, mentre la Madonna saluta un mafioso, ecco l’istantanea di questa domenica d’estate.


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