Il maresciallo, testimone della scena, ha immediatamente ordinato ai suoi uomini che si trovavano ai lati della statua di abbandonare la cerimonia. Un gesto volutamente plateale per sottolineare il disaccordo e il diniego del gesto. Le forze armate hanno subito abbandonato il corpo della processione in protesta contro quella forma medioevale di omertà. Mentre gli uomini in divisa si allontanavano, però, le autorità civili e religiose sembrerebbero esser rimaste immobili, lì a mani giunte dietro l’inchino della Madonna. Il gesto era chiaro, le motivazioni oggettivamente comprensibili e la protesta dei militare non lasciava alcun dubbio, ma il corteo è rimasto intatto, tutti lì sotto, tutti ossequiosi, con la testa china e il rosario stretto tra le mani.
Oggi anche il vescovo della diocesi di Oppimo Palmi interviene.”Il fatto è grave e prenderemo dei provvedimenti molto energici“, ha detto monsignor Francesco Milito, in un’intervista a Radio Vaticana. “Abbiamo appreso stamane quanto è accaduto. In tempi brevi prenderemo tutte le informazioni in modo da avere un quadro completo, sia sui fatti che sulle persone. La cosa certa è che prenderemo dei provvedimenti. Bisogna far capire che non ci possono essere alleanze di alcun genere che siano contro la fede. Questo è un punto fermo, quali che siano le tradizioni ataviche, i collegamenti che possono esserci, le interpretazioni che si possano dare“. Solo due settimane fa Papa Francesco, in visita proprio in Calabria, aveva urlato a gran voce, quanto la lotta alla mafia fosse importante, quanto la dignità umana contasse e quanto i boss fossero “il nostro male”, ma sembra che le parole del pontefice abbiano smosso gli animi di pochi, o forse la paura e il “rispetto” hanno preso il sopravvento. Un paese intero che si ferma per quasi un minuto, mentre la Madonna saluta un mafioso, ecco l’istantanea di questa domenica d’estate.