CalamityMamy

Da Wising
Ormai ho capito: a ogni mio momento nervoso e distratto, corrisponde un momento più intenso e lungo di mammite acuta e altre calimità da parte di Cig.
E' matematico.
Meno sono presente, anche solo nei gesti e nelle intenzioni, più lui reclama la mia presenza.
Più lui reclama, più io faccio fatica a riprendere il mio posto da mamma.
Un'altalena scassata, ecco cosa sembriamo.
Io mi smembro in sensi di colpa, lui si compone in furia bambinesca.
Sono momenti brutti, ma che non riesco ancora a evitare.
Ho le mie giornate stanche, quelle molto preoccupate, pensierose o solo altrove con i pensieri, svagata. In quei momenti, io lo so, avrei bisogno di stare da sola. E' necessaria, la solitudine, per rimettermi in pari con le emozioni a cui non ho dato ascolto per mancanza di tempo, con la stanchezza arretrata, con piccoli lavori da portare avanti.
Io lo so.
Lui, molto giustamente, no.
Non riusciamo a trovare un punto d'incontro, quando sono così, mamma imperfettissima che sono.
Più lui reclama attenzioni, più io mi allontano; più io mi allontano, più lui reclama e via così.
Stiamo male in due e GF nel mezzo, che cerca compromessi impossibili.
Non ho ancora trovato soluzioni definitive.
Sono momenti critici, soprattutto per lui, ovvio, ne risente parecchio.
Chiede regali, in continuazione.
Mi chiede di dormire con lui, cosa che normalmente non fa (e gli da pure fastidio)
Dice no a tutto.
Capricci su tutta la linea.
Allora comincio a lavorare su di me, a ritrovare la strada di casa.
E' un lavoro che mi prova molto, tra profondo fastidio per la mia insofferenza, senso di inadeguatezza per aver provocato la crisi di mammite, stanchezza, un mix di emozioni forti, contrastanti, sfibranti.
A ogni mio passo, però, ne corrisponde uno suo e alla fine ci corriamo incontro e ci abbracciamo.
E si sa che gli abbracci risolvono tutto, vero?