Calata la notte...commiato e rientro /E ancora nulla di fatto

Creato il 27 agosto 2014 da Marianna06

         
 

Tra un discorso e l’altro il tempo vola e alcuni avventori cominciano in buona parte a lasciare il locale.

Lo stesso suonatore di jazz ha smesso da un pezzo con i suoi virtuosismi e ha deposto il sassofono.

Solo il fumo nell’aria, nonostante le ventole e un condizionatore decisamente datato, si  taglia a fette.

Henning volentieri s’intrattiene con Zoe, che gli ricorda nella statura e nel colorito dell’incarnato le donne delle sue parti, di cui forse ha nostalgia.

E poi l’infermiera, per essere una donna, diciamo pure che non disdegna  il bicchiere facile ,che le scioglie la lingua e la rende molto loquace e meno sulle sue del solito.

Kurt, invece, è nervoso in quanto vorrebbe porre lui domande dirette  ma Henning al momento lo dribbla a ripetizione.

E padre Alex ha capito che si tratta solo di un abboccamento e che, più avanti nei giorni, sarà forse possibile saperne di più.

Le battute a doppio senso si sprecano tra lo scrittore e la femmina germanica e i freni inibitori di entrambi sono, come immaginabile, un po’ troppo allentati.

C’è di certo che Zoe sa più di quanto non dia a vedere.

E allude con Henning a dei giovani medici cinesi, giunti da poco all’ospedale di Dar es Salaam, capitanati da un professore, cinese anche lui,che gestisce con questi un laboratorio di ricerche e tiene dei corsi.

Ma potranno parlarne un'altra volta. Con calma e magari  un po’ più lucidi.

Henning mi accompagni-chiede Zoe all’improvviso – mezza barcollante e alzatasi di scatto e con scarso equilibrio dalla sedia.

Henning fa cenno di sì col capo e le passa un braccio intorno alle spalle.

E lei si appoggia all'uomo,poggiando il viso contro il petto di lui come chi cerca protezione. 

E, allora, padre Alex , che ha capito, decide di accompagnare Kurt al suo cottage per poi proseguire per Bunju.

Mentre i due, l’uomo e la donna, si allontanano, per conto proprio,  col fuoristrada di Henning.

Sulla porta di casa, in una viuzza stretta, non distante dall’ospedale, Zoe invita l’uomo a salire.

E Henning la segue su per  ripide scale maleodoranti di una vecchia palazzina,introducendosi in una stanza ampia ma  molto disordinata, al centro della quale troneggia un letto matrimoniale disfatto e ricoperto dalla classica zanzariera.

Non fanno a tempo entrambi neanche a liberarsi degli abiti che crollano  sul lettone. Ed è subito sonno profondo.

Sonno che li ritroverà bisognosi con urgenza di una doccia fredda alle prime luci dell’alba che, come in questo caso, e in particolare in Africa, non tardano ad arrivare.

Infatti, nella via sottostante, è già daun pezzo un vociare di persone e  di suoni di clacson.

                                                                                   (continua...)

                                                      a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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