In quest'estate di Coppa America, la Roma del calcio si scopre a porte - è proprio il caso di dirlo - scorrevoli. Tra i pali della Lazio, Muslera è stato rimpiazzato da Marchetti, ma è sulla sponda giallorossa della capitale che si agitano i guantoni. Júlio Sérgio, che pure era stato il miglior portiere del campionato nel 2009-2010, si è ritrovato a Lecce, mentre Doni ha indossato - gratuitamente: a Trigoria ne avevano abbastanza dei suoi errori - la maglia del Liverpool. Per rimpiazzarli, oltre a Curci, tornato all'ovile, ecco Kameni: tre milioni di euro all'Espanyol e un quadriennale al calciatore, ma l'affare non è ancora stato messo nero su bianco. Eppure sembra questione di ore da ormai un paio di settimane, così come l'approdo di Stekelenburg ai piedi del Colosseo. Ad attendere l'olandese, oltre che l'affetto dei tifosi, c'è un quadriennale da 2 milioni a stagione, mentre all'Ajax dovrebbero andarne 6 più 2 di bonus.
Nato ad Haarlem nel settembre 1982, il gigantesco (197 centimetri d'altezza) Stekelenburg para ad Amsterdam da quando aveva 15 anni, e di lì non si è mai mosso, tranne che per difendere i pali della propria Nazionale. Con cui ha raggiunto la finale in Sudafrica, dando prepotenti segni di vita ad un mondo calcistico che l'aveva sin lì ignorato: giovanissimo protagonista in Champions League nel 2002-03, quando appena ventenne giocò tre partite (curiosità: 22' contro l'Inter, tutti e novanta contro la Roma) dimostrandosi però ancora acerbo. Tra un infortunio e l'altro è maturato, anche se - proprio a causa dei costanti problemi fisici - ha addirittura perso il posto tra i pali dell'Ajax nel 2009, quando van Basten - che pure gli ha regalato l'esordio in Oranje - decise di relegarlo in panchina per far spazio al più solido Kenneth Vermeer. Un passato poco incoraggiante dal punto di vista fisico, ma nel pazzo mondo del calcio conta solo ed esclusivamente l'oggi, ed allo stato attuale delle cose Stekelenburg è certamente uno dei migliori portieri del globo.
Però. Perché c'è un però, anzi più di uno: lo spettro di Gomes anzitutto, saracinesca tra i pali del PSV Eindhoven, scioltosi come neve al sole in Premier League, aleggia sinistramente su di lui. Volgendo poi lo sguardo sull'Italia dei portieri, non può che saltare all'occhio il trasferimento di Sirigu al Paris Saint-Germain per 3 milioni e mezzo appena: la metà di Stekelenburg. L'estremo difensore sardo, due presenze in azzurro, è stato costretto a varcare le Alpi per guadagnare 1,2 milioni di euro: è mai possibile che nessuna squadra della Penisola abbia avuto il coraggio di puntare su di lui? Certo, reduce com'è da una stagione di alti e bassi - dovuti, in parte, alle incomprensioni con il preparatore dei portieri Paradisi, acuiti dalle beghe contrattuali - forse qualcuno avrebbe arricciato il naso, ma ha 24 anni appena, sensibili margini di crescita, e - soprattutto - un passaporto italiano. Ora, magari, finirà a fare la riserva di Nicolas Douchez tra i pali del PSG.
Antonio Giusto
Fonte: Goal.com