Per questo appuntamento della Rubrica "Calcio Sfogliato", ci spostiamo verso l'estremo oriente, più precisamente nel Giappone degli anni '70, quando nascono i primi campionato regionali di calcio femminile. Questa e tante altre storie riguardanti il football del Sol Levante sono raccontate da Emanuele Marlia nel nuovo progetto youtube "Asian Football Stories". Marlia, ha presentato qui per noi la prima puntata; è uno dei massimi esperti di calcio orientale in Italia, nonché procuratore, intermediario fra il nostro paese e quelli asiatici.
Lo scopo di questo progetto è quello di avvicinare il pubblico italiano al calcio asiatico, del quale spesso si sa poco o nulla. Quando però è iniziato il tuo percorso di avvicinamento e cosa ti ha spinto a porre maggiori attenzioni verso est?Si, lo scopo è utilizzare una piattaforma conosciuta come Youtube per diffondere "pillole" riguardanti il calcio asiatico, argomento conosciuto principalmente solo dagli appassionati del settore. Senza la presunzione di conoscere tutto ciò che riguarda l'argomento, ma anzi con l'intento che questi semplicissimi video siano spunto di conversazione e dibattito tra "esperti" e possibili futuri appassionati. Il mio interesse per il calcio asiatico è precedente all'inizio della mia carriera di procuratore sportivo, quando seguivo molte nazionali asiatiche durante partite amichevoli o competizioni internazionali. La voglia di conoscere di più queste realtà mi ha portato a seguire negli anni i settori più disparati, come ad esempio i campionati scolastici nipponici. Una volta diventato procuratore, ho scelto questo settore di specializzazione, seguendo non solo la realtà nipponica, ma anche quella coreana (del sud e del nord) e cinese.
Nella prima puntata parli di come si è sviluppato il calcio femminile in Giappone. Una cosa che ho notato, è che molte rappresentative femminili, su tutte Cina e Giappone, storicamente hanno ottenuto risultati decisamente migliori rispetto alle squadre maschili, come si spiega questa differenza di rendimento?Credo che sia legato ai costi minori per la creazione di un ottimo movimento calcistico femminile, rispetto a quelli necessari per quello maschile. Entrambe sono realtà in piena crescita e per quanto riguarda il calcio femminile nipponico è interessante citare il progetto NADESHIKO VISION, che vuole incrementare il numero delle donne praticanti questo sport, migliorare la preparazione dei propri coaches per potere vincere un numero sempre più alto di titoli, non solo a livello di nazionale maggiore ma anche a livello giovanile. Questo attraverso un grande processo di autocritica e con la volontà di trasmettere in campo l'idea stessa di Nadeshiko, ovvero quella di una donna risoluta, mentalmente forte, ma allo stesso tempo allegra e gentile.
Quali saranno i principali argomenti delle prossime puntate?I video che coprono il periodo di tempo fino al mese di Aprile compreso (due video a mese) riguardano tutti l'ambito giapponese: terminerò di esaminare in sommi capi la storia del calcio femminile, per poi passare ad un altro argomento, ovvero il rapporto tra Brasile e Giappone. In seguito vorrei portare sul canale alcuni video che raccontino la mia prossima esperienza con l'Osaka calcistica.
Parliamo del Giappone oggi: le squadre di club non vincono in AFC Champions League dal 2008 e l'ultima Coppa d'Asia si è conclusa precocemente ai quarti di finale. E' la nazione asiatica con più giocatori che militano in Europa, ma cosa manca al movimento per fare il definitivo salto di qualità?Il movimento calcistico nipponico attuale parte da un progetto di Saburo Kawabuchi, che prevede di raggiungere i propri obiettivi in 100 anni, perciò è comprensibile che vengano commessi degli errori. La possibilità che molti giocatori giapponesi si mettano in gioco in Europa è assolutamente importante per il calcio nipponico, ma a mio modo di vedere, il sistema calcio giapponese può perfezionarsi soltanto attraverso un miglioramento della J LEAGUE, già molto interessante agli occhi di chi la segue da anni. In questo campionato, professionistico solo dal 1993, vorrei vedere in futuro un numero maggiore di giovani provenienti dai licei o dalle università, per poter valorizzare un elemento chiave della storia del calcio giapponese. Inoltre per quanto riguarda l'ambito nazionale, reputo fondamentalmente un ritorno alla propria identità, attraverso la rischiosa (ma necessaria) scelta di un tecnico giapponese che conosca profondamente le realtà del paese, i suoi pregi ed i suoi difetti. Ad oggi se volessi indicare un uomo idoneo a questo ruolo, mi sentirei di scegliere tra Moriyasu del Sanfrecce ed Hasegawa del Gamba.
Calcio Sfogliato: parte il progetto "Asian Football Stories" ultima modifica: da