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#calciofemminile: Intervista a Giulia Nasuti, il Pirlo del calcio in rosa

Creato il 03 aprile 2014 da Simo785
Giulia Nasuti nella sfida vinta contro la Scalese. Fonte: Acf Brescia Calcio Femminile (pagina facebook)

Giulia Nasuti nella sfida vinta contro la Scalese. Fonte: Acf Brescia Calcio Femminile (pagina facebook)

Oggi abbiamo il piacere di ospitare al Bar Frankie, Giulia Nasuti, regista del Brescia e una delle migliori centrocampiste del nostro campionato. Giulia nasce a Reggio Emilia e all’età di 13 anni inizia a giocare nella Reggiana con la quale vince una Coppa Italia nel 2010. Nell’estate del 2013, dopo due stagioni a Mozzanica, si trasferisce al Brescia dove ritrova l’allenatrice Milena Bertolini e le compagne Fabiana Costi e Daniela Sabatino con le quali vinse la Coppa Italia. Dopo poche partite diventa una pedina fondamentale del centrocampo delle rondinelle e grazie alle sue ottime prestazioni, a gennaio viene anche convocata in nazionale.
E ora conosciamola meglio.

 

Intervista a cura di Andrea Grasso

- Com’è nata la tua passione per il calcio?

Com’è nata non lo so, so solo che ho cominciato a giocarci fin da piccola: al parco sotto casa con i bambini del quartiere, e a scuola, nell’intervallo, con i miei compagni.

 

- A 13 anni hai iniziato a giocare nella Reggiana, la squadra della tua città, con la quale hai vinto la Coppa Italia. Cos’ha significato giocare e vincere con la maglia della tua città?

Giocare nella squadra della mia città per me ha significato poter giocare senza sacrificare lo studio, amici e altri interessi cui tenevo molto. Mi è sempre interessato giocare bene, allenarmi bene, stare bene con le mie compagne e con la società, il fatto che ciò avvenga nella mia città o meno, non è per me così importante se non per le cose dette sopra. La Coppa Italia vinta è stata una grande emozione sia per com’è stata raggiunta sia per i problemi avuti quell’anno. Poi credo sia stato un bel segno per il nostro movimento nel senso che non ha vinto una squadra che era nei primi posti del campionato.

 

- Nella tua carriera ci sono state anche due esperienze all’estero: la prima in Canada nella Canadian League e la seconda negli Stati Uniti con l’AC Seattle. Come valuti queste esperienze?

Negli stati uniti non sono andata. Inizialmente avevo accettato, poi ho rinunciato. In Canada sono stata nel 2006. E’ stata una esperienza di vita. Per quel che concerne il calcio ho provato per la prima volta a giocare in un calcio in cui la forza fisica era maggiore che in Italia e contava di più. E’ stato molto stimolante.

 

- Nel 2011 lasci la Reggiana per approdare al Mozzanica. Qual è stato il motivo della tua scelta?

La Reggiana sarebbe ripartita dalla serie C e quindi non sarei rimasta. Il Mozzanica mi è venuto incontro rispetto al mio desiderio di voler fare pochi viaggi a settimana, almeno come primo anno, sia per preservare il lavoro a Reggio sia per la preoccupazione di viaggiare da sola per tante ore a settimana.

 

- A inizio stagione, dopo due campionati da protagonista nel Mozzanica, passi al Brescia, una squadra giovane ma già pronta a lottare per il titolo. Hai trovato difficoltà ad ambientarti in squadra?

Devo dire che fin dal ritiro ho sentito un’atmosfera serena e positiva e le ragazze mi hanno colpito sia per la simpatia sia per la voglia di fare. Pian piano ci siamo conosciute e si sono rivelate persone ancora più interessanti e piacevoli, quindi direi che non ricordo particolari difficoltà.

 

Giulia Nasuti nella sfida vinta contro la Scalese. Fonte: Acf Brescia Calcio Femminile (pagina facebook)

Giulia Nasuti nella sfida vinta contro la Scalese. Fonte: Acf Brescia Calcio Femminile (pagina facebook)

- Quest’anno il Brescia sta ottenendo dei risultati fantastici e sta sorprendendo partita dopo partita. Qual è il segreto?

Nessun segreto: la qualità delle giocatrici, il gruppo unito, la mentalità per cui si prova sempre a fare meglio, la motivazione, una brava allenatrice, una società che rispetta gli accordi. L’ordine delle cose non è d’importanza.

 

- Sabato avete giocato e vinto contro il Mozzanica. Che emozioni hai provato a giocare con le tue ex compagne di squadra?

Un misto di nostalgia e di piacere. La prima per non giocare più con persone con cui ho condiviso due anni e che ho stimato come giocatrici per l’atteggiamento in campo e per le doti tecniche. La seconda per il fatto comunque di rivederle, confrontarsi sul campo e fare due chiacchiere dopo la partita.

 

- Qual è stato il momento più importante della tua carriera calcistica?

Non saprei cosa rispondere. Ogni momento è importante.

 

- Quali sono i tuoi prossimi obiettivi calcistici?

Nell’immediato fare bene con il Brescia. In generale migliorare i miei limiti e poter giocare con giocatrici brave e persone interessanti.

 

- Sei soprannominata il Pirlo del calcio femminile. Ti piace questo soprannome? Ti rivedi nelle sue giocate?

Certo che mi piace ma magari giocassi come lui.

 

- Hai vissuto in Canada e negli Stati Uniti e hai visto le differenze culturali e sociali rispetto al nostro paese. Che cosa manca al calcio femminile italiano per raggiungere i livelli di altri paesi europei?

Come per tutti i mancati cambiamenti fondamentalmente manca la volontà. Volontà di farlo crescere. Manca la volontà di metterci i soldi. Ciò di cui forse dovremmo parlare di più è perchè non c’è questa volontà. Possiamo chiamarla cultura ma può anche avere nomi e cognomi. Riguardo alle cose da fare c’è un progetto abbastanza articolato presentato da A.I.C  e A.I.A.C nella commissione per il calcio femminile del dipartimento. E’ già scritto. Partiamo da lì. Attività nelle scuole, incentivi alle scuole calcio che prendono le bambine, incentivi alle società che investono nel settore giovanile, riorganizzazione dei campionati, comunicazione mirata su alcuni quotidiani o siti, sperimentazione di progetti pilota, aggiornamento e maggiore qualifica degli allenatori/trici. Perchè queste cose non si fanno? 

 

- Cosa si può fare secondo per far apprezzare di più questo sport?

Renderlo più competitivo, di maggiore qualità e renderlo più conosciuto: non solo attraverso i media ma anche con giornate evento per coinvolgere chi lo conosce e chi meno.

 

Ringrazio Giulia Nasuti per aver risposto alle domande. Un altro sentito ringraziamento va a Cristian Peri, Ds dell’Acf Brescia Calcio Femminile, e a tutto lo staff societario per la disponibilità e la collaborazione.

Da me e da tutti gli amici del Bar Frankie, un caloroso in bocca al lupo per il prosieguo della stagione.


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