Il Vittoria, all0ra militava nel campionato di serie D, e annoverava giocatori di un certo calibro, Cau, Cabiddu, e un certo Pietro Lo Monaco, si proprio lui, quello che oggi è uno dei massimi dirigenti calcistici nazionali. Campano di nascita ma siciliano d’adozione. Lo Monaco è anche lo zio della famosa ballerina dell’Etoile dell’Operà di Parigi, Eleonora Abbagnato, figlia di sua sorella e moglie del calciatore Federico Balzaretti. Lo Monaco ha giocato oltre che nel Vittoria , nel Canicattì, nell’Enna, nel Savoia e nel Messina. Come allenatore ha allenato in diverse squadre professionistiche ed è stato anche selezionatore
Maxi Lopez e Papu Gomez in rossazzurro
della Rappresentativa Siciliana. Dopo, ha iniziato una collaborazione nelle vesti di osservatore per diverse squadre fra cui la Reggina e poi l’Udinese. Dopo un anno , come semplice osservatore è diventato capo degli osservatori dei bianconeri, cominciando a costruire insieme al presidente friulano Pozzo, un vivaio ed una struttura organizzativa che avrebbe portato successivamente l’Udinese ai vertici della massima serie. Molti giocatori acquistati a basso prezzo sono stati da lui rivenduti a quotazioni altissime, ottenendo delle incredibili plusvalenze. Negli ultimi anni le sue squadre hanno ottenuto la promozione , come l’Acireale ed il Catania, dalla serie B alla serie A, nella stagione 2005/2006. Il
Catania, sotto la sua gestione , di Amministratore Delegato, con pieni ed assoluti poteri, superiori addirittura a quelli del Presidente Nino Pulvirenti, con introiti modesti, è riuscito a vivere 10 anni in serie A, a buoni livelli, costruendo su sua iniziativa, un centro sportivo, “Torre del Grifo ” che oggi è all’avanguardia in tutta Europa. Tanti ragazzi scoperti e valorizzati da Pietro il Grande, come amano definirlo i tifosi catanesi, che non lo hanno mai dimenticato, ma non solo, Lo Monaco ha avuto il merito di lanciare tanti tecnici giovani e sconosciuti, come Simeone, Mihajlovic, Montella…Lo Monaco rappresenta l’esempio vivente, di manager moderno, esempio di come si può fare calcio anche con le idee, nonostante le risorse economiche limitate. Lui è un tipo duro , demoplutogiudaico nei rapporti coi giocatori, ed anche coi Presidenti, non ammette ingerenze ed è pronto ad andarsene nel momento in cui, chicchessia, il Padrederno in persona vuole mettere naso, nelle sue competenze. Questo è quello che successe a Palermo , quando il vulcanico Zamparini, gli affidò le chiavi della società. E la stessa cosa successe a Genova, col Presidente Preziosi. Metti una sera a cena, tra una portata e l’altra, una parola in più , da ambo le parti, Pietro si alza da tavola, stringe la mano all’incredulo Preziosi, e gli dice senza mezzi termini ; Presidente, se Lei è convito, si cerchi un’altro Direttore. Oggi, nel calcio trovare un Direttore del genere è molto difficile, come è difficile trattare coi procuratori dei calciatori. Ci vuole tanta ma tanta esperienza e Pietro il Grande, di esperienza ne ha da vendere. Presto lo rivedremo in pista, nella massima serie, perché una volpe come Lui non può starsene fuori. Il Nostro calcio ha bisogno di gente come Moggi e soprattutto di uno come Pietro il Grande.
Mario Vitale