Quella incontrata da Bassani è un’umanità dolente, a volte malata (terribile e meraviglioso è il suo ritratto di una lebbrosa assorta in meditazione); un’umanità che l’autrice racconta con mezzi diversi (le foto o i video, stavolta le parole) ma sempre ispirata da un messaggio che le diede un lama tibetano: «Non dimenticare di vivere con il tuo cuore in mezzo agli uomini per scoprire il Dio che c’è in ciascuno».
Di questo libro anticonvenzionale Bassani parlerà il 28 ottobre 2015 a Torino, nella sede del Sermig (Piazza Borgo Dora 61, ore 21.30). Vi invito ad andare ad ascoltarla e , se non potete andare, a leggere il suo libro, per scoprire come questa metropoli riservi ad ognuno di noi un volto diverso e sorprendente, con esperienze capaci di fissarsi nella memoria. La “mia” Calcutta/Kolkata come si chiama oggi la capitale culturale dell’India, così vivace con la sua scena artistica, così diversa da quella degli “ultimi” descritta da Bassani, potete leggerla su questo mio reportage su Kolkata pubblicato poco tempo fa su MilleOrienti.
Fasi preparatorie della realizzazione artigianale di statue di divinità indù a Calcutta. Foto di Cinzia Bassani
«Calcutta è capace di smontare e frantumare il tuo vissuto, restituendoti pietre sbriciolate che potranno nel tempo ricomporre il muro portante dell’esistenza, con un diverso baricentro», scrive Bassani. Auguro a ognuno di voi un vitale incontro con Calcutta/Kolkata, una città così interessante e multiforme, eppure finora così ignorata dagli italiani in India…