E’ inconfondibile il profumo delle caldarroste che si spande per le vie del paese, è un profumo di legna bruciata, un profumo antico, caldo, rassicurante, uno di quei profumi che non appena sfiora le mie narici scatena una serie di immagini, di scarpinate nei boschi in cerca di castagne, di strade del centro di Milano, già accese di luci natalizie, di piccole mani (le mie di un tempo, quelle di mio figlio) che si stringono intorno al cartoccio in cerca di calore, mentre il gusto un po’ amarognolo scivola in gola.
Poi basta alzare gli occhi sui fianchi delle montagne qui attorno per scoprirli già accesi dei mille colori della tavolozza autunnale e allora il profumo si associa a quei colori in un’unica sensazione, dolce e un po’ malinconica, la sensazione del tempo che passa e dell’autunno che ormai è già prepotentemente arrivato e presto farà più freddo, e gli alberi si perderanno in riccioli di bruma, e il buio calerà dai monti sempre più velocemente in un presagio di inverno.