In Argentina fa troppo caldo e i vacanzieri cercano refrigerio. Non hanno però fatto i conti con i temibili predatori che si nascondono nei fiumi: i piranha. Le temperature in questi giorni hanno sfiorato in media i 30 gradi, con picchi vicini ai 40.
A dare la notizia è il sottosegretario alla Salute, Gabriela Quintanilla, spiegando che l’attacco si è verificato proprio la mattina del 25 dicembre.
Il bilancio è di circa una settantina i feriti, cui i predatori hanno letteralmente strappato pezzi di corpo, fra i quali una bambina di soli 7 anni che ha perso un dito. In molti hanno avuto bisogno di cure mediche e ricoveri ospedalieri, poiché hanno riportato morsi su talloni, mani e piedi.
Il gran caldo spinge i piranha in superficie, li rende vigili e pronti ad attaccare.
I bagnanti si sono tuffati nel fiume appunto per le temperature eccezionalmente alte di questi giorni. È la prima volta che si
In particolare, si pensa che gli attacchi di Natale siano opera di una specie di piranha detta palometas, pesci carnivori d’acqua dolce, con denti affilati e molto aggressivi.
Attaccano in gruppo, come tutti i piranha, e il caldo fa aumentare l’attività della specie in tutto il bacino del Paranà, che in questo periodo si presenta un metro sotto al normale livello. Al momento dell’attacco c’erano circa 9.000 persone in acqua, nonostante fosse stata segnalata la presenza di questa feroce specie.
Come tutti i predatori, questo pesce attacca per fame, ed è attratto dal sangue e dal movimento che la gente fa quando è in acqua. Gli ambientalisti sono convinti che un’altra delle cause degli attacchi sarebbe la pesca indiscriminata che ha alterato la catena alimentare del Paranà.
A dispetto del timore che suscitano, la pericolosità dei piranha sta nel numero di cui è composto il branco. Essi hanno anche funzioni
È una specie imprevedibile, tanto che possono anche arrivare a cibarsi quasi esclusivamente di vegetali, e a interagire indisturbati con l’essere umano.
Solitamente attaccano piccoli pesci, e non si avventano sugli animali che entrano in acqua, tantomeno sull’uomo. Però, per motivi inspiegabili, e inerenti a determinati periodi dell’anno e a temperature anomale, cambiano le loro abitudini. Nonostante questo, io non mi fiderei.
Rimane ancora da capire come mai, nonostante il grande caldo, una quantità così cospicua di persone sia entrata in acqua, pur conoscendo il pericolo. La vita viene prima di tutto, al caldo magari si possono trovare altri rimedi.
Written by Cristina Biolcati