Del maiale non si butta via nulla e la grande generosità di questo animale in ambito culinario è la sua peculiarità più importante, diventando una risorsa indispensabile per le famiglie contadine dei secoli passati.
Il maiale era la più grande ricchezza di una famiglia: veniva nutrito, vezzeggiato, protetto e il momento del suo sacrificio assumeva un significato rituale a sottolineare la gratitudine di quel dono estremo, che spesso coincideva con la celebrazione della festa di S. Antonio Abate, accanto al quale è sempre rappresentato nell'iconografia tradizionale.
Noi possiamo solo raccontare la bontà della sua carne e della moltitudine di preparazioni che si ottengono da ogni singola parte del suo corpo, alcune delle quali hanno reso il nostro paese celebre in tutto il mondo.
Lasciate il filetto fuori dal frigo almeno un'ora prima di cucinarlo. Massaggiate tutta la superficie con una miscela di sale e pepe bianco abbondantemente. Disponete le foglie di salvia sulla lunghezza, quindi usate dello spago da cucina per arrotolarlo affinchè non perda la forma in cottura. Cercate di imprigionare le foglie di salvia con lo spago. Fate fondere a fiamma media il burro con l’olio in una casseruola che possa contenere tutto il filetto. Fate rosolare bene la carne su tutti i lati fino a che non sia bella dorata quindi alzare la fiamma e bagnare con il liquore. Una volta evaporato, versate un mestolino di acqua bollente sul filetto e fate cuocere a fiamma bassa per almeno 25/30 minuti, coperto. Passato questo tempo, aggiungete gli acini d’uva lavati e la buccia grattugiata del limone. Continuate a cuocere per 5/8 minuti fino a che noterete che la buccia degli acini comincerà a incresparsi. Togliete dal fuoco. Fate riposare la carne per almeno 10 minuti prima di tagliarla e servitela con l’uva, il suoi succhi ed il contorno che preferite. Io ho preparato una tempura di verdure di stagione e salvia. Accompagnatelo da un Morellino di Scansano DOC.