Cosa ci fanno un americano, un belga e un giapponese a scuola con Robert Fripp? Non è una barzelletta: fanno il California Guitar Trio. Paul Richards da Salt Lake City, Utah, Bert Lams di Bruxelles e Hideyo Moriya di Tokyo, si conobbero nel 1987 al Guitar Craft Course tenuto dal leader dei King Crimson nel 1991 e poco dopo diedero vita a questo terzetto che in Italia non è molto conosciuto ma che tutti credo avranno almeno canticchiato sotto la doccia il loro tema più famoso: Misirlou (fa parte della colonna sonora di Pulp Fiction).
Bene, Yamanashi Blues è il loro primo album accreditato, una sorta di campionario di quello che questi tre geni riescono a fare con la chitarra. Rigorosamente (elettro)acustici in questo caso. Qui la tecnica è solo corollario per una serie di ricami che con tre chitarre è più facile ottenere: uno tiene i bassi, gli altri due si divertono a rincorrersi tra accordi, arpeggi, scale e triadi. Se vi chiederete che genere suona il CGT, beh, difficile a dirsi, un mix tra musica classica (spesso sembra anche di ascoltare un clavicembalo), musica spagnola, blues (beh, lo dice anche il titolo dell’album…), caraibica, sudamericana, tango.
Insomma, c’è di tutto, basta che vi rilassiate ad ascoltare nel profondo il gioco tecnico dei tre, perché talvolta vi lascerà senza fiato la capacità con cui tre chitarre riescono a mettersi l’una dietro all’altra come le ombre cinesi, per poi sdoppiarsi all’improvviso e amplificare l’armonizzazione con un ventaglio di suoni (qualcosa di rubacchiato dal grande maestro si percepisce), note, accordi, scale, in velocità ma con grande pulizia (e prendo ad esempio Sleepwalk, con lo slide che scivola come burro fuso sulle corde). Già, altro pregio di Yamanashi Blues, consigliato a chi ama la qualità del suono e delle registrazioni.