Una volta iniziate le avventure di Hank Moody, quel povero stronzo ha subito avuto una forte influenza sul sottoscritto. Un po' a causa di episodi abbastanza brevi [poco più o poco meno di venticinque minuti] che hanno il giusto ritmo, delle battute incalzanti e delle situazioni surreali che hanno saputo coinvolgermi in un mondo di bukowskiane sirene scoperecce residenti nelle alte sfere di una Los Angeles affascinante ma più povera spiritualmente che mai. Si guarda con un certo languorino a questi ambienti, ma a lungo andare si sente una naturale repellenza che ci spinge ad allontanarcene ed a mirarla dalla distanza di sicurezza fornita dal monitor di un pc o dallo schermo di un televisore. Fatto sta che la creatura di Tom Kapinos non poteva essere lasciata sola e quindi ho dovuto per forza seguirla nel suo folle svolgimento, iniziando questa seconda stagione piena di aspettative, quasi sicuro che mi avrebbe soddisfatto quanto la prima.
Hank si sta godendo la sua ritrovata serenità con l'amata Karen, ma non tutto può filare liscio. L'amicizia con un produttore rock ormai sulla via della vecchiaia e il (fruttuoso) tentativo di Mia nel rubare il suo ultimo romanzo complicheranno non poco le cose... specie se sono destinate a incrociarsi!Capire come mai un personaggio come Hank Moody ha così presa su di me non è molto difficile. Ambedue amiamo la scrittura ed ambedue siamo degli stronzi inimmaginabili, anche se lui ha innegabilmente molto più fascino del sottoscritto. Eppure non si può negare che un personaggio come lui alla fine finisca per creare una certa di strana dipendenza, come se non se ne avesse mai abbastanza dei suoi guai. E si arriva anche ad augurargli tutto il male possibile, perché questo significherebbe che la sua vita avrebbe ancora qualcosa di interessante da raccontare. Eppure però a un certo punto non ha potuto che portarmi alla mente una moltitudine di personaggi che ho avuto modo di conoscere, così simpatici e coinvolgenti all'inizio ma che col tempo finivano solo per esprimere tutto il vuoto che avevano dentro. Con questa season two è un po' così, Hank Moody aveva saputo affascinare e far ridere con il suo fantastico esordio sul piccolo schermo, ma ora il suo personaggio appare rodato e coinvolto in un cerchio di autodistruzione decisamente fine a se stesso, che toglie molta di quella che poteva essere la spinta iniziale di questo show - già non innovativo di suo, ma comunque coinvolgente e ben gestito - per farlo finire nella burletta. Nella burletta più volgare e sconcia, anche, perché non vorrei fare la figura del bacchettone moralista, ma la volgarità non mi da fastidio quanto è contestualizzata in un certo ambito. Qui sentire di gente piena di soldi che parla di quanto scopare gli renda molli le grandi labbra o di due poveri arrapati che si fanno squirtare addosso da una tizia, beh, mi fa ridere sul momento ma a lungo andare mi lascia anche abbastanza amarezza. Senza contare inoltre che qui Kapinos cerca di fare il brillante, cosa che non gli riesce particolarmente bene e che fa decollare certi episodi nella pura banalità. Perché passi la lezione di vita abbastanza scontata (ma veritiera) che dà con voce fuori campo il padre morente di Hank, ma il vedere come si conclude la storia del vecchio produttore rock e del suo passato amoroso (segnato da un tragico fatto che, personalmente, non capisco come abbia fatto la tizia in questione a perdonargli) mi ha fatto davvero cascare le braccia. Il problema di questa serie quindi è quello di darsi un limite proprio dove non dovrebbe, premendo l'acceleratore su quella che è solo la patina superficiale in grado di rendere una serie come questa così meritevole di essere vista. Perché non erano (solo) le battute becere e il sovrabbondare di tette ad avermi fatto innamorare della prima stagione, quello era solo un contorno sfizioso, era proprio la capacità di saper essere ironico e profondo quanto basta insieme. Ma basta il mio essere fanboy di questo personaggio a farmi andare avanti, deciso a seguirlo ancora e ancora nelle sue tribolazioni, conscio che prima o poi riuscirà ad accendermi nuovamente la scintilla, ma sapendo che riuscirà comunque a farmi ridere nel suo proseguire. Perché i famosi tizi di cui parlavo poco fa, per quanto ci si accorga di quanto siano vuoti, alla fine sai sempre che ritrovarli una volta ogni tanto ad cazzum basterà per farti ritornare il sorriso sulle labbra per almeno una serata. Quindi lode a David Duchocoso per il suo fascinoso personaggio... anche se viene da chiedersi se si riuscirebbe a perdonargli tutto ugualmente se il suo personaggio fosse un camionista o un muratore.Un calo che, ammetto, è giunto inaspettato, ma che si fa ugualmente guardare con il disimpegno necessario. Ora non resta che proseguire con le altre stagioni.Voto: ★★½