Anno: 2012
Durata: 140’
Genere: Thriller
Nazione: Svezia / Irlanda /Norvegia / Finlandia
Regia: Mikael Marciman
Quando meno te lo aspetti. Aggiunto alla sezione del concorso all’ultimo momento, con Call Girl, il Torino Film Festival presenta in anteprima italiana uno dei film più belli dell’anno.
Call Girl ci trasporta nella Stoccolma di metà anni ’70. Due cugine quattordicenni vengono coinvolte in un giro di prostituzione, che coinvolge un grande numero di politici, diplomatici e funzionari. Due poliziotti, uno della omicidi, l’altro della buoncostume, lentamente penetrano nel tessuto di intrighi, ricatti e cospirazioni. Dietro alle quinte però, tra polizia e servizi segreti, c’è chi cerca di tenere tutto nascosto, eliminando prove e testimoni.
Evidentemente, gli svedesi hanno un vero feeling per il thriller anni Settanta, quello paranoico e cospirazionista nella tradizione di Sidney Pollack e Alan J. Pakula. Con ancora fresco nella memoria lo splendido Tinker, Tailor, Soldier, Spy (2011) di Tomas Alfredson, anche il regista Mikael Marciman si muove sullo stesso terreno. Il regista, già responsabile della seconda unità proprio di La Talpa, è qui al suo primo lungometraggio e il risultato è subito straordinario. Call Girl convince sotto ogni aspetto. La messa in scena elegante è fluida, il montaggio di precisione millimetrica, la fotografia ricrea la stessa estetica vintage del film di Alfredson (non per caso il dp è ancora Hote Van Hoytema), l’attenzione ai dettagli dei costumi e delle scenografie è stupefacente. Marciman sa benissimo come giostrare la tensione, ma anche le tantissime sottotrame, senza calare mai per le due ore e venti di durata.
Rispetto a La Talpa, qui la storia mantiene l’elemento spy sullo sfondo, concentrandosi soprattutto sul dramma personale delle due giovani protagoniste, ma l’equilibrio tra le due parti è perfettamente bilanciato. Tra gli attori, va spesa una menzione speciale per Pernilla August (qualcuno se la ricorderà nel ruolo della madre di Anakin Skywalker) nel ruolo della maîtresse senza scrupoli.
A questo punto, ci rimane solo da sperare in una rapida distribuzione italiana, perché thriller di classe come Call Girl, di recente, si contano su una mano. Da non perdere.
Paolo Gilli