Di Vincenzo era stato arrestato nel giugno 2010 e condannato a 10 anni per estorsione ai danni dei suoi dipendenti: ai lavoratori veniva corrisposto un salario inferiore a quello dichiarato.
Le accuse nei suoi confronti erano anche quelle di avere costituito fondi neri intestando libretti al portatore ai suoi dipendenti.
Le indagini si erano estese infine alla cessione di un ramo d'azienda alla società di un presunto prestanome. Ma per questi fatti l'imprenditore era stato assolto.
Il tribunale aveva mantenuto la detenzione in carcere ma ora, in sede di riesame, è stata accolta la tesi del difensore, Gioacchino Genchi, secondo cui è cessato il pericolo di un inquinamento delle prove.