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Cambia il Governo e la poltrona del Minzo traballa. Ma nessuno pensa di sfrattare anche la Berlinguer

Creato il 19 novembre 2011 da Iljester

Cambia il Governo e la poltrona del Minzo traballa. Ma nessuno pensa di sfrattare anche la Berlinguer

Dopo l’insediamento del “democratico” Governo tecnico, iniziano a girare le voci su un possibile sfratto per Augusto Minzolini, il vituperato “direttorissimo” del TG1, definito dai più “berlusconiano”. Del resto, adesso è necessario che il TG1 torni a essere il grigio Tg di regime, quello che dice solo quello che i poteri forti e/o occulti decidono che si sappia; e questo vale soprattutto di questi tempi, con un Governo venuto da chissà dove e da chissà chi, tranne che dalle urne e tranne che dagli elettori.
Quel che è certo che l’idea stuzzica soprattutto i sinistri, i quali finalmente potranno sperare di piazzare nuovamente uno dei loro nel Telegiornale della prima rete pubblica, contrabbandandolo magari per un direttore equilibrato e bipartisan, come del resto lo è (per i sinistri) la direttorissima del Tg3, la cui poltrona resiste a qualsiasi cambio di governo e/o regime. Perché quella – chissà perché – non si tocca. Possono passare mari e… Monti, ma la Berlinguer rimane salda al timone del Tg3. È una garanzia di libertà e democrazia, del resto. È sufficiente infatti dare voce ai sinistri lagnosi per dire che in Italia c’è l’informazione politicamente corretta.
La prospettiva dunque appare poco rosea. Il nuovo entourage è in cerca di un direttore che rispecchi la nuova linea politica. Possibilmente un direttore che dia informazioni corrette e riviste. Già immagino un TG1 che va a sostenere che l’economia italiana ora va bene, che i mercati ci arridono, che l’Europa ci dà le pacche sulle spalle. Insomma, che con Monti siamo nel paradiso, mentre prima eravamo nell’inferno dell’informazione berlusconizzata targata Augusto Minzolini (il quale – mi chiedo – che fine farà).
Ma andiamo a vedere chi sono i probabili neo-direttori. Il primo è Mario Calabresi (figlio del Comissario Calabresi, ucciso nel 1972). Un giornalista illustre e di carriera, attuale direttore de La Stampa, di proprietà Fiat (an vedi?) e certamente non vicina al centrodestra (anzi, La Stampa si è spesso rivelata molto vicino al centrosinistra). Sembra sia uno dei più quotati, anche perché nella Tv Pubblica conduce di già un programma su Rai 3 (an vedi?), dal titolo Hotel Patria.
Il secondo che potrebbe avere qualche chance di successo è Mario Orfeo, l’attuale direttore de Il Messaggero, altro giornale (questa volta romano, di proprietà dei Caltagirone) non di centrodestra, né orientato a destra, ma molto vicino al centrosinistra. Chi è Mario Orfeo? Beh, anch’egli giornalista piuttosto quotato, che proviene dalla fucina di Repubblica (an vedi?), di cui è stato giornalista per ben dodici anni, prima di passare a Il Mattino. Anche lui ha già lavorato in Rai come direttore del Tg2 tra il 2009 e il 2011.
Ma ecco che finalmente fa capolino un direttore pendente a destra. Mario Sechi, attuale direttore di Il Tempo ed ex giornalista di Il Giornale. Non si può dire che anche il suo curriculum non sia illustre, e peraltro pare sia il preferito di Lorenza Lei, l’attuale DG della Rai. Però – appunto – è pendente a destra (!), e sarà piuttosto improbabile che la Rai favorisca la sua nomina come direttore del Tg1. Soprattutto dopo l’era del Minzo.
Secondo voi chi la spunterà?

 

di Martino © 2011 Il Jester 


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