E' successo in ogni fase della mia vita, ad ogni incrocio, ad ogni nuova scelta... ogni cambiamento mi ha travolto come un'onda e mi ha riempito di vita ed entusiasmo, ma prima di accettarlo...
... e così io ero quella che non voleva sposarsi, che non voleva avere figli, che non avrebbe mai fatto la libera professione, che doveva fare la carriera universitaria...
... tutto diverso... tutto cambiato... la mia vita è come il negativo di tutto questo...
Sposata, domiciliata in un paesino a centinaia di chilometri dalla vita, soprattutto universitaria, con una Principina di due anni e mezzo che non potrei adorare di più ed uno studio in ristrutturazione...
... perchè si, questo è il cambiamento più grosso dell'ultimo anno: dopo anni ad insegnare agli altri come e cosa fare, dopo un'estate, la scorsa, in crisi a dirmi "basta! non voglio più lavorare", alla fine è arrivata la folgorazione: basta cattedre! è il momento di scendere e iniziare a fare! Fare veramente. Vivere e non solo raccontarla e raccontarsela.
E così questo è stato l'anno del nuovo cambiamento: specializzazione in corso, studio in ristrutturazione, progetti in cantiere e dal prossimo inverno, spero, via sul campo da libera professionista.
... wow... respiro... è un progetto lungo, anche un po' faticoso e in certi momenti l'entusiasmo sembra un po' svanire, ma mi basta pensare al mio futuro nuovo studio e suubito mi torna il sorriso...
Simo, è sufficiente come commento sul cambiamento???
Questo post partecipa al CandyCountry di Simo e speriemoa che un bel cambiamento possa essere "una volta tanto vincere qualcosa!!!!"
AGGIORNAMENTO IN CORSO:
Ho aggiornato il post dopo aver letto il primo commento di Calzino, che ringrazio per avermi fatto riflettere e avermi fatto realizzare di aver scritto questo post con troppo leggerezza.Forse è un bene, perchè significa che, tutto sommato, ho superato bene quel periodo e il fatto di avere un nuovo progetto mi ha dato una nuova prospettiva da cui guardare le cose.Forse è un bene, perchè i post troppo pesanti alla fine sono.. pesanti, no?
Però, però, però... non è stato un passaggio facile. Non è stato un cambiamento voluto. Non all'inizio almeno. Non è stato un distacco sereno.Chiusa una porta si apre un portone, mi scrive Calzino... mi scrive che glielo ripetono continuamente.Lo dicevano anche a me, ma io riuscivo a vedere solo il baratro del fossato dietro alla porta che si stava chiudendo, mi sembrava che non avrei trovato null'altro da fare.Ed è vero, questo dipende un po' dal sistema in cui lavoravo, che finchè ci stai dentro non ti permette di vederne le assurdità, le illegalità, lo sfruttamento. Ti fa sembrare tutto normale, ti fa sentire che è così perchè deve essere così e non ti fa vedere null'altro intorno.Non so se il senso della paura del cambiamento sia proprio in questo: la situazione attuale per quanto brutta e fastidiosa è rassicurante... perchè la conosci, sai gestirla, sai cosa aspettarti e come affrontarla.E la forza dell'abitudine ed il bisogno di sicurezza sono talmente forti da non permetterti di alzare lo sguardo e vedere che oltre quei confini che ti sei data possono esserci miliardi di altre possibilità.
E allora ben vengano le porte che si chiudono e i portoni che si aprono... e se dovessero aprirsi sul vuoto vuol dire che faremo l'esperienza del volo... d'altronde se tanta gente aspira a volare ci sarà pure un motivo, no?
In bocca al lupo Calzino!