Che nella lista degli orrori, per me, viene subito dopo o è a parimerito, con la violenza sui bambini.
Essere certi di avere "il diritto", (atavico? Bah), di fare del male a qualcuno è una cosa che mi sconvolge.
Non trovare poi soluzioni mi innervosisce e mi deprime.
Ci penso spesso, tanto che ho pensato che se mai troverò l'equilibrio sufficiente per dedicarmi al volontariato, è con le donne/bambini in difficoltà che mi impegnerei.
Ci sto attenta, con Cigolino, a non passare messaggi sbagliati e evitare con cura quasi paradossale ogni occasione che evochi violenza. Se gioca con la spada di plastica, io non gioco e gli spiego perchè; se imita le tartarughe ninja glielo dico che sembrano brave, ma invece no, perchè picchiano tutti e non si fa. Lo so, rasento il ridicolo, ma non ce la faccio proprio ad armarmi e combattere, anche solo per gioco.
I giochi dovrebbero insegnare solo cose positive, anche che il male si batte con l'intelligenza e non con la forza. Non vorrei un guerriero per casa, preferisco un bambino coraggioso, che diventerà un uomo sano.
Non vorrei neppure una bambina che cura una bambola malata, che pulisce casa, che si trucca e si riveste di cose che luccicano a 3 anni.
Fateci caso, fermatevi a guardare le pubblicità dei giocattoli che in questo periodo sono più lunghe dei cartoni animati.
Maschietto: combatti e mena, così vinci.
Femminuccia: accudisci, bimba, accudisci, che altrimenti la bambola sta male.
Come accade per i vestiti, anche i giocattoli da bambina sono di più di quelli da maschio. E sono più insidiosi. Sembra niente dover fare la puntura alla bambola che non sta bene, a metterle la crema solare se no si brucia; non si fa quasi caso al fatto che tra le parole più usate per promuovere i giochi da bimba siano "alla moda", "fashion" (con contraccolpo mortale alla fantasia) e neanche che ad aiutare la bimba ad accudire un bambolotto cagionevole ci sia sempre e solo la mamma, al limite un'amichetta con altra bambola malaticcia al seguito.
Alleviamo crocerossine preoccupate, che nell'ora buca si truccano, si lustrinano e partono con un fashion jet che le porta chi sa dove, insieme a bambole e amiche.
Tutto questo mentre i bimbi stanno sconfiggendo forze del male, che non dovrebbero conoscere, e maneggiando personaggi deformi dotati di superpoteri, oppure mentre spiaccicano mostri molli sulle pareti di casa.
Non ha senso, davvero. Anzi, è grottesco.
Poi, a sorpresa, ecco bambina e bambino che giocano insieme: lei non è truccata, lui non sta squartando il divano, convinto che sia un dinosauro.
Giocano, si divertono, inventano.
Proprio come dovrebbe essere un gioco: poca realtà, moltissima fantasia, mondi immaginari e fattorie che sono il mondo intero. Favole che nascono da sole, nei giochi di un pomeriggio.
Dai, cambiamo gioco.
Potrebbe essere il primo passo per educare adulti diversi, che stanno bene insieme, che non hanno ansia da accudimento o da sterminio di ipotetici nemici.
Cambiamo gioco, oppure scambiamoli, scambiando i ruoli, mischiando le carte.
Per immaginare come si sta nei panni dell'altro, cosa sempre utile nella vita.
Esagero, vero?
Lo so.
Uff.
Voi a che gioco giocate? :)