E' successo di nuovo, un'altra pagina del grande libro della mia vita strappata impunemente. Mi rendo conto che i commercianti non sono come i diamanti, ossia per sempre, anche se molti di loro sono cari come gioiellieri, ma quando uno dei miei posti preferiti chiude o cambia gestione ci rimango sempre come una statua di sale nel mar morto. E' con enorme rammarico ed un'incazzatura cosmica che vi segnalo che Gelati Italia a
Genova si è trasformato dalla migliore gelateria della città a succursale americana della peggior catena di gelati in plastica.Avrei dovuto capirlo subito, quando quel signore che non conoscevo poneva, con fare impacciato, amarene dall'aspetto dubbio su una coppetta. Ma erano anni che andavo lì e ho pensato che fosse il marito della proprietaria venuto a dare una mano. Pensavo male. Purtroppo bisogna fare lo scontrino prima di prendere il proprio cono, e ho pagato senza vedere i gusti. Mi volto col resto in mano e il ghiaccio mi
cola lungo la schiena: no, non era un bambino cerebroleso ad avermi rovesciato la granita nella t-shirt, si trattava del colore dei gelati. Subito mi cade l'occhio su una vaschetta di roba spumosa rosa shocking, e come un lampo si posa sull'azzurro color puffo lì a fianco. Rosa e
zucchero filato. Ahia, campane di allarme da caserma dei pompieri, ring ueee e sbadeng facevano nella mia testa. Danger, danger. Alzo gli occhi e con orrore vedo dietro al bancone facce ignote. Dove sono le sorelle gelataie??? Passo una parolina alla mia amica di golosità: mi sa che hanno cambiato gestione. Lei, ammiccando ad un patè di formiche nere mi risponde: ce l'abbiamo nel culo. E mai parole furono più veritiere. Tocca a noi, cosa prendete? Una fregatura mi sa, invece io scelgo fiordilatte per andare sul sicuro e liquirizia. Liquirizia? Ma daaaai, direte voi. E in linea di massima avreste ragione, ma vorrei vedere voi a scegliere tra panna cotta con vomito colante, dulche de leche, con vomito colato, canestrelli con pezzi di biscotti color senape, croccantone, baretto, gusto non identificabile color big babol, viola, rosa, zucchero filato, le formiche al cioccolato fondente, pistacchio color nocciola e nocciola color cacca, più altre mostruosità che ho rimosso. Il grande puffo tant'è mi tentava, perchè adoro lo zucchero filato, così con aria innocente ho chiesto di assaggiarlo. Metto in bocca e si forma nella mia mente una parolaccia galattica da sverniciare il colosseo. Un improperio cosmico da spegnere la Lanterna. un anatema così potente da risvegliare un'armata di zombie. Mi avvio all'uscita dopo aver scelto in extremis coppetta anzichè cono, perchè se tanto mi dà tanto avrei leccato pannolenci. Esco e con mano tremante infilo il cucchiaino nel ballonzolante marrone alla liquirizia. E lì mi son venute le lacrime agli occhi: me ne stavo impalata coi goccioloni come i bambini e la bocca a culo di gallina, con la linguetta sporgente perchè mi sembrava di aver appena limonato come una porca con una pompa di benzina. Diesel. Tirando su di naso e facendo tremare i cieli a parolacce assaggio il fiordilatte, che magari è meglio. E lì mi è parso di essermi fatta una golata di Coccolino, proprio mentre la mia amica mi afferrava il braccio come un tenaglia nel tentativo di non cacciare l'anima per la panna cotta. Faceva le bolle come il mio gatto quando le do la pastiglia per i reni. In preda ad odio furente sono rientrata in gelateria decisa ad urlare: questo gelato fa schifo! Ma il conato che mi ha colto me l'ha impedito e ho virato verso il cestino dell'immondizia.Sul cui fondo giacciono, ormai sciolte, due coppette di gelato ed il destino di un'attività commerciale.