Si parla tanto di un cambiamento duro ma necessario, di una società che elemosina questo cambiamento e che, nonostante ciò, ha poche possibilità di attuarlo.Ma che cos’è davvero il cambiamento? Come e da dove può svilupparsi? Voltare pagina appare così difficile, tanto superficiale è questo mondo. Siamo pieni di osservatori rassegnati e di teorici superbi, anche se, in fondo, cambiare non è poi chissà quale ostico processo!Il cambiamento di una società non è altro che il cambiamento di ogni semplice individuo, proprio perché il costume di una società è l’insieme delle abitudini dei suoi individui. Nella nostra di società, spesso definita molto malata, gli individui sono affetti principalmente dalla dimenticanza di essere tali. Pochi ricordano, infatti, di avere pieno potere di sé, pochi ammettono di essere unici ed irripetibili e non per questo sbagliati, ed altrettanto scarsi sono quelli che si affidano al loro senso di giudizio, ma al contrario si arruolano nelle categorie di un esercito di finti felici. Tra questi, chi, poi, non si arruola, sembra destinato alla solitudine.Metaforicamente è il medesimo il quadro designato da molti: tanti gruppi di affetti e poche eccezioni. Ma perché il cambiamento risulta necessario?Al di là di ogni moralismo od etica acquisita, il cambiamento è necessario poiché, all'interno delle categorie che ci si sceglie, nessuno sembra essere realmente felice. Tutti, convivendo con un comune senso di vuoto, tentano di convincersi che esso, come l’abitudine di possedere, in ogni circostanza, il retrogusto di un’ironica tristezza, coincida con la realtà del nostro essere e sia quindi da accettare.In verità, per quanto ci si sforzi di scordare di essere dei singoli, ognuno di noi ha a che fare con un intimo senso interno, più o meno sviluppato. Proprio lì, infatti, dove ci troviamo tristemente o sorprendentemente soli, c’è qualcosa, la si chiami voce, la si chiami coerenza o la si chiami cuore, è qualcosa di duramente non ignorabile che spesso ci ostiniamo ad ignorare.Il cambiamento sta nella semplicità di questo nostro punto di forza, nella semplicità di essere ciò che si è davvero, di esistere come individui e non di sopravvivere sottostando a qualcuno di più sicuro, o alle condizioni che, talvolta, il mondo ci impone. il cambiamento sta nella semplicità di confrontarci con noi stessi e con gli altri, sta nella semplicità di vivere comunicando, divertendosi e rimanendo sempre coscienti e volenti di ciò che si è.
Si parla tanto di un cambiamento duro ma necessario, di una società che elemosina questo cambiamento e che, nonostante ciò, ha poche possibilità di attuarlo.Ma che cos’è davvero il cambiamento? Come e da dove può svilupparsi? Voltare pagina appare così difficile, tanto superficiale è questo mondo. Siamo pieni di osservatori rassegnati e di teorici superbi, anche se, in fondo, cambiare non è poi chissà quale ostico processo!Il cambiamento di una società non è altro che il cambiamento di ogni semplice individuo, proprio perché il costume di una società è l’insieme delle abitudini dei suoi individui. Nella nostra di società, spesso definita molto malata, gli individui sono affetti principalmente dalla dimenticanza di essere tali. Pochi ricordano, infatti, di avere pieno potere di sé, pochi ammettono di essere unici ed irripetibili e non per questo sbagliati, ed altrettanto scarsi sono quelli che si affidano al loro senso di giudizio, ma al contrario si arruolano nelle categorie di un esercito di finti felici. Tra questi, chi, poi, non si arruola, sembra destinato alla solitudine.Metaforicamente è il medesimo il quadro designato da molti: tanti gruppi di affetti e poche eccezioni. Ma perché il cambiamento risulta necessario?Al di là di ogni moralismo od etica acquisita, il cambiamento è necessario poiché, all'interno delle categorie che ci si sceglie, nessuno sembra essere realmente felice. Tutti, convivendo con un comune senso di vuoto, tentano di convincersi che esso, come l’abitudine di possedere, in ogni circostanza, il retrogusto di un’ironica tristezza, coincida con la realtà del nostro essere e sia quindi da accettare.In verità, per quanto ci si sforzi di scordare di essere dei singoli, ognuno di noi ha a che fare con un intimo senso interno, più o meno sviluppato. Proprio lì, infatti, dove ci troviamo tristemente o sorprendentemente soli, c’è qualcosa, la si chiami voce, la si chiami coerenza o la si chiami cuore, è qualcosa di duramente non ignorabile che spesso ci ostiniamo ad ignorare.Il cambiamento sta nella semplicità di questo nostro punto di forza, nella semplicità di essere ciò che si è davvero, di esistere come individui e non di sopravvivere sottostando a qualcuno di più sicuro, o alle condizioni che, talvolta, il mondo ci impone. il cambiamento sta nella semplicità di confrontarci con noi stessi e con gli altri, sta nella semplicità di vivere comunicando, divertendosi e rimanendo sempre coscienti e volenti di ciò che si è.