Cambiare i vertici dei parchi per cambiare i parchi

Creato il 20 agosto 2012 da Ecodibasilicata

Presso il Rifugio del CAI (Club Alpino Italiano) nel parco nazionale del Pollino dedicato a Biagio Longo, storica figura di professore calabrese emerito di botanica, scopritore del pino loricato emblema del Parco Nazionale del Pollino,promotore nel 1920 del parco nazionale della Sila, sono convenuti i rappresentanti di 15 tra associazioni e comitati presenti nel sud Italia che hanno dato vita al Comitato per la Costituzione degli Enti Parco dell’Appennino Meridionale (Co.CEPAM)
Il Comitato costituito a Campolongo (Calabria) è aperto alla partecipazione di altre associazioni, movimenti, studiosi, cittadini ed amministratori locali. Durante l’incontro è stata analizzata la gestione degli enti parco nazionali dell’Appennino Meridionale (Sila, Pollino, Appennino Lucano. Cilento – Vallo di Diano).

Gli Enti Parco, istituiti dalla legge quadro nazionale in materia di aree protette (legge 394/1991), nati per salvaguardare beni naturalistici ed ambientali di prioritario interesse per l’Italia, sono oggi fortemente condizionati da interessi elettoralistici locali ed economici privati, legati principalmente allo sfruttamento delle risorse energetiche. Interessi, questi, che influenzano negativamente le scelte degli uomini che siedono ai vertici dei parchi.

Presidenti, direttori, membri dei consigli direttivi dei parchi nazionali sono oggi portatori di interessi estranei alle comunità e nulla hanno che vedere con le finalità di sviluppo dei territori e delle comunità dei parchi. Essi non solo effettuano scelte in contrasto con le finalità dei parchi, ma addirittura attuano progetti di distruzione del patrimonio naturalistico per i quali dovrebbero garantirne la salvaguardia.

Nel corso dell’incontro che ha dato vita al Comitato CEPAM sono stati analizzati molti esempi, ad iniziare dai recenti incendi dolosi che hanno mandato in fumo migliaia di ettari di pregiati boschi dell’Appennino, ricchi di biodiversità animale e vegetale, in assenza di programmi finalizzati alla prevenzione, all’uso commerciale delle foreste dell’Appennino Sud Italia per fini energetici ed economici, destinati ad essere sfruttati dalle grandi multinazionali energetiche, così come già avviene nel Cilento Vallo di Diano, Sila e Pollino (vedasi casi emblematici dei boschi destinati a ricavare biomassa per le centrali a biomassa in Calabria e la questione della centrale del Mercure.al confine di Basilicata e Calabria).

Ed ancora si pensi alle previste centrali idroelettriche in Basilicata, oppure alle attività petrolifere nel parco dell’Appennino Lucano, occupato dalle trivelle che mettono a rischio l’acqua potabile e utilizzata anche in attività agricole pregiate che possono essere contaminate da metalli pesanti e idrocarburi già trovati negli invasi e fiumi lucani. Persino i progetti di valorizzazione e fruizione della montagna diventano il pretesto per cementificare, conferendo costosi incarichi professionali ed appalti, così come avviene nel caso della sentieristica del fiume Argentino nel parco del Pollino, per i rifugi montani nel Cilento Vallo Di Diano, o per il progetto “Grandi Attrattori” nel Pollino Lucano. In questo modo – denuncia il Comitato – si sperpera denaro pubblico in opere inutili se non dannose per l’ambiente e per le tasche dei contribuenti.

I vertici attualmente alla guida dei parchi nazionali – evidenzia il Comitato Cepam – stanno offrendo in questo modo l’alibi a chi vorrebbe abolire queste istituzioni e, dopo averne svuotata dall’interno la funzione originaria, assecondare un disegno che vuole i parchi completamente asserviti agli interessi economici privati, in combutta con gli interessi elettoralistici locali.

Proprio per ridare ai parchi nazionali ed agli organi di gestione le finalità originarie e la dignità nel panorama delle istituzioni della Repubblica Italiana, il Comitato CEPAM (Comitato per la Costituzione degli Enti Parco Appennino Meridionale) intraprenderà con propri tecnici e legali azioni ed iniziative finalizzate a denunciare alla magistratura ordinaria e quella contabile i casi di sperpero del denaro pubblico e il danneggiamento degli interessi dell’ambiente e delle comunità, rendendo inoltre trasparente la gestione dei parchi che oggi vengono volutamente oscurati dall’interno.

A queste tre prioritarie azioni che talloneranno e renderanno visibili le gestioni e l’attività amministrativa dei parchi per cambiarne gli attuali vertici con persone competenti motivate, il nascente Comitato affiancherà campagne di informazione ed iniziative per promozione della conoscenza delle aree protette, con la formazione e l’educazione civica, affinché i giovani continuino a vivere e lavorare nei luoghi di origine, salvaguardandoli e valorizzandoli, per comprendere che lo spopolamento fa parte dello stesso disegno di quanti vogliono occupare la nostra terra che appartiene a tutti.

Comitato CEPAM (Comitato per la Costituzione Enti Parco Appennino Meridionale)


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