Cambio casa ma non cambio vita

Da Susanna Murray

Quando lavoro arriva sempre prima o poi il momento che devo salutare una delle persone che seguo perché il mio compito è finito.
Che sia un paziente o che sia un cliente, arriva il giorno in cui alcuni obiettivi prefissati sono stati raggiunti. A volte anche alcuni obiettivi non previsti oppure a volte su altri abbiamo dovuto raggiungere un compromesso, ma c'è un momento preciso in cui sento che è ora di "lasciare andare".
E questo è anche il destino di questo blog.
In questi lunghi mesi di assenza ho lavorato tanto, nuovi progetti finalmente hanno iniziato a prendere vita e per Io mi piaccio è ora di finire il viaggio insieme.
Come quando saluto le persone che seguo, la malinconia si mischia alla gioia per aver portato a termine con soddisfazione il proprio lavoro, perché Io mi piaccio è stato uno spazio importante che mi ha permesso di entrare in contatto con tantissime persone meravigliose dentro e fuori il web.
Tante blogger e fashion blogger come Marged di La diva delle curve e Alessandra di Verdementa. Le maestre e le compagne di il Bloglab, le ragazze della C+B Academy e le business planners di Francesca Marano.
Io mi piaccio mi ha permesso di portare in giro i miei workshop su "Autostima femminile e immagine corporea"  e conoscere tante donne pronte a rivoluzionare il modo di vivere il proprio corpo e la propria bellezza.

Ho cambiato idea e priorità?


Assolutamente no, infatti continuo a lavorare con tantissime donne, ragazze adolescenti e ragazze over 50, che lottano con lo specchio, la bilancia, l'insoddisfazione, i complessi e a volte anche con il disagio psicologico.
Nel mio studio accolgo tantissime persone con percorsi individuali e in autunno ripartono i gruppi corporei dedicati all'immagine per imparare ad essere più consapevoli del corpo e delle emozioni, imparare a rilassarsi con la musica, il movimento e l'ascolto di sé e poi tanti esercizi creativi, espressivi con il metodo Laban-Bartenieff.
Io mi piaccio è un progetto che continuerà a vivere fuori dal web.

Ma perchè cambio casa?


Per tanti buoni motivi
Uno. Questo blog ha una sua idea di fondo ed una sua struttura che non voglio stravolgere adeguandolo agli altri progetti lavorativi in corso
Due. Ho bisogno di uno spazio più "professionale" che una piattaforma blogger non può più garantirmi
Tre. Lavorerò su due fronti: il mio studio di psicologia e psicoterapia da una parte e lo spazio di consulenza e formazione, in psicologia applicata alla moda e al design, dall'altra. E ormai il progetto Io mi piaccio è stato inglobato nel lavoro terapeutico.

Cosa farò nei prossimi mesi?


Innanzitutto non vi saluto oggi.
Tornerò in autunno per aggiornarvi su dove sono finita e dove potete ancora seguirmi ( mi riferisco a coloro che mi seguono interessati alla psicologia della moda o ai colleghi che devono trovare soluzioni ambientali funzionali agli spazi dedicati al lavoro con i pazienti. Non sparisco!) se desiderate ancora farlo.
Mi sono affidata ad una professionista che stimo da tempo e che ha accettato di lavorare al mio nuovo sito web.Che dire? Più felice di così non potrei essere!
Ci sono stati problemi di naming: il nome Fashion Psychology mi ha creato problemi perchè percepito ( soprattutto dalle aziende ) come se trattassi cose legate al mondo del glam o dell'eleganza fatta di paillettes e lustrini. Se dicessi Moda suonerebbe probabilmente diverso, ma la parola Fashion in italiano rimanda al magico mondo di Vogue e sfilate milanesi. Quindi eliminato e rimpiazzato da un altro nome più consono.
I servizi che promuoverò sul nuovo sito per ora saranno pochi ma ( lo spero per voi ) buoni, perchè preferisco concentrarmi su un prodotto alla volta e sulle esigenze dei diversi tipi di clientela.
I servizi resteranno dal vivo, in studio o in loco, e ribadisco a coloro che mi chiedono consulenze online che per ora non sono disponibili.Mi sono interrogata a lungo sulla questione "servizi online": farli o non farli?Tante colleghe consulenti d'immagine lo fanno; tante colleghe psicologhe fanno addirittura sedute via skype.Io no.Io amo incontrarci faccia a faccia, osservare chi mi è davanti ed entrarci in contatto senza filtri. Lavoro meglio.L'anno scorso facevo aggiornamento con la Gozzi e in una pausa le ho chiesto proprio un'idea su questa vicenda delle consulenze online e lei mi ha scoraggiato dal fornire interi servizi  per un cliente con questa modalità, visto anche il tipo d'intervento che offro. E se lo dice anche la Carlà...bisogna tenerne conto!

Nel frattempo ecco cosa ho fatto


Ho attivato un primo corso di Psicologia dell'abbigliamento aperto a tutti ( quindi non per addetti ai lavori ) che parte a gennaio del 2016. Sarà organizzato da un'associazione locale convenzionata con il comune di Pesaro, quindi niente diplomi o accreditamenti ministeriali, ma un corso divertente e di sperimentazione ( anche per me ). E' un ciclo di 8 incontri serali per avvicinare il pubblico ai temi della psicologia della moda e per quanto mi riguarda un ottimo strumento per valutare l'interesse su certi argomenti da parte delle persone.
Intanto sto scrivendo la tesi di specializzazione su immagine corporea, psicoterapia e psicologia applicata all'abbigliamento e all'arredo. L'argomento è molto originale e non nascondo un certo timore per come sarà accolto dalla commissione d'esame. Per ora la mia relatrice è entusiasta, ma vedremo come andrà. Vedo che i colleghi psicologi sono piuttosto refrattari a tutto ciò che riguarda la psicologia applicata ( come la psicologia del turismo, del traffico, del marketing, ecc.) e sono più impegnati ad occuparsi di psicoterapia, con tutta una serie di conseguenze nefaste per tutta la categoria. 
E infine ho seguito un meraviglioso corso di fotografia, sapendo che mi tornerà utile a lavoro, presso Macula, centro internazionale di cultura fotografica di Pesaro, dove ho scoperto come sia difficile fare una foto decente.

E quindi confido in un corso avanzato.