Avrebbe dovuto essere una giornata di lavoro, oggi.
La prosecuzione della revisione finale del mio libro, che è dal maggio dell’anno scorso che ci sto lavorando su e non vedo l’ora di affrontare la fatica finale: la ricerca di un editore.
Avrebbe dovuto essere (condizionale passato?), ma non è stata.
Non lo è stata perché finora se n’è andata tra telefonate assurde e ridicole che mi hanno fatto incazzare. Ma quando ci sono di mezzo i bambini, anche le incazzature personali devono prendere altre strade.
Nessuno di noi è perfetto e io meno di altri. Ma alcune regole mi sono ben chiare:
1) i bambini devono fare una vita da bambini;
2) quando i bambini piangono, bisogna saper distinguere se è un capriccio (e quindi ignorarli), oppure un disagio reale (e quindi affrontarlo);
3) ognuno di noi tende a vedere i difetti degli altri, ma dovrebbe anche compiere lo sforzo di vedere i propri;
4) prima di sparare giudizi su situazioni che coinvolgono altri, bisogna sempre chiedersi se si posseggono tutte le informazioni indispensabili per farlo. Altrimenti, è meglio stare zitti;
5) quinto, ma primo in ordine di importanza, bisogna mantenere il possesso delle proprie facoltà fisiche e mentali per fare i genitori.
E ora cerco di tornare con la testa al mio lavoro, in questo sabato di m…