Simbologia
Le camelie sono simboli portafortuna anche nel Capodanno cinese e, in questa occasione, vengono anche offerte agli dei, ma rappresentano anche la primavera. E’ diffusa la credenza popolare secondo la quale le donne cinesi non dovrebbero mai indossare una camelia tra i capelli: fiorendo molto tempo dopo che la gemma si è formata, equivarrebbe a dover aspettare a lungo di rimanere in stato di gravidanza. Ma in molte zone della Cina, soprattutto nel sud-ovest, dove le camelie sono più popolare, sono anche considerate il fiore adatto ai figli giovani di entrambi i sessi.
A seconda del colore, i fiori di camelia trasmettono un messaggio diverso: rosa significa nostalgia e desiderio di ritrovarsi, mentre rosso dichiara che il cuore è infiammato di passione, ma entrambi le tonalità rappresentano l’amore romantico; variegata è simbolo di fiducia e speranza; bianco testimonia profondo affetto, compreso quello che prova un genitore verso il figlioletto, a fiore doppio segnala quanto si pensi a chi lo si invia, semplice indica adorazione e bellezza.
Storia
Vendute nel 1807 a un vivaio americano come piante sempreverdi da ricovero, le camelie presto furono invece coltivate all'aperto nei territori a sud. Il giudice statunitense Arthur W. Solomon si appassionò così tanto alle camelie che, nel 1937, si imbarcò per la Francia per ritornare con 200 di queste piante da fare attecchire in giardino – in seguito diventato famoso proprio per le fioriture – della dimora ‘Wellesly Manor’, che divenne poi la sua residenza, a Grimbal’s Point, vicino a Savannah, in Georgia. La popolarità della camelia negli Stati Uniti arrivò negli anni ‘40, dopo che E. Manchester Boddy, il magnate proprietario del giornale Los Angeles Daily News, iniziò a coltivarne degli esemplari nei giardini – i ‘Descanso Giardens’ in seguito ceduti alla Contea di Los Angeles – a La Cañada Flintridge, in California, e si tenne la prima ‘Festa della Camelia’ nello Stato, a Temple City, nel 1945.
Usi e cultura
Le camelie erano il fiore preferito e inseparabile di Marguerite Gautier, la prostituta di lusso francese protagonista del romanzo ‘La signora delle camelie’ (La Dame aux camélias) scritto nel 1848 da Alexandre Dumas figlio ispirandosi alla triste storia della sua amante, Marie Duplessis (Alphonsine Plessis), conosciuta nel 1844 e deceduta tisica, tre anni dopo, all'età di ventitré anni. Il dramma d’amore contrastato e ad epilogo funesto tra Marguerite, malata di tubercolosi, e il giovane borghese Armand Duval commosse i lettori diventando immediatamente un successo. Dumas lo traspose in una versione teatrale, che andò in scena per la prima volta a Parigi nel 1852, con il ruolo principale affidato alla celebre Sara Berhnardt, che lo replicò a Londra, lungamente a Broadway e che interpretò anche il film dal titolo omonimo nel 1911. In seguito fu riproposto in innumerevoli edizioni nei teatri mondiali con attrici famose, come Eleonora Duse. A sua volta, Francesco Maria Piave trasse ispirazione dal romanzo per scrivere il libretto de ‘La Traviata’ (1853), melodramma in tre atti magistralmente musicato da Giuseppe Verdi, con i protagonisti rinominati Violetta Valéry e Alfredo Germont. All'inizio di quest’opera lirica, Violetta porge una camelia (il suo fiore preferito) ad Alfredo in risposta alla sua dichiarazione d’amore, poi i due si rivedranno quando sarà appassita. La storia del romanzo di Dumas venne ripresa in balletti – tra i quali ‘Marguerite et Armand’ di Frederick Ashton per Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn, nel 1963 – e opere televisive, ma soprattutto fu oggetto di circa una ventina di adattamenti in versione cinematografica in numerosi Paesi e diverse lingue. Dopo il primo film per la regia di Viggo Larsen nel 1907, tra gli altri è rimasta memorabile l’interpretazione della coppia dei protagonisti Greta Garbo e Robert Taylor nella pellicola cinematografica ‘Il romanzo di Marguerite Gautier’ (Camilla) con la regia di George Cukor, nel 1936, ma sono da menzionare anche ‘La Signora delle camelie’ (1953) diretta da Michelangelo Antonioni con Lucia Bosè e Gino Cervi, e il libero adattamento ‘Moulin Rouge!’ (2001) di Baz Luhrmann, con Nicole Kidman ed Ewan Mc Gregor.
Per la sobrietà, la regolarità e la perfezione che caratterizzavano i suoi petali bianchi, la camelia fu prediletta dalla stilista francese d’avanguardia Coco Chanel (1883-1971). Emblema del desiderio profondo dell’amata e di cuore acceso di passione, fu il primo fiore avuto in regalo dal suo amante inglese Arthur Edward ('Boy’) Capel (1881-1919), un influente politico, intellettuale e giocatore di polo, finanziatore della sua prima boutique a Parigi. La camelia, bianca e ‘proibita’, perfettamente calzante al gusto di provocare con ambiguità dell’androgina Gabrielle Bonheur ‘Coco’ Chanel, diventò il suo simbolo, appuntato sul bavero della giacca e, senza tempo, rimase quello della Maison parigina. Tuttora, la camelia di Chanel è uno degli emblemi più riconoscibili, insieme con la doppia C rovesciata, leit motiv predominante nelle collezioni, riproposta colorata, in stoffa, in pelle, in materiale plastico e in oro con diamanti o pietre preziose.