Un prestito piccolo piccolo senza garanzie. Ho fatto la fila con l’ imbarazzo delle occasioni. Ho risolto l’ equazione in sala d’ attesa, ho provato il sorriso nello specchio mi son pesato e mi son sembrato un po’ bambino. Dove vuoi andare? Oltre. E oltre ti ho trovata, progettata da Dio in persona, persa da un mondo di cartone sotto la pioggia.
Non deve essere già bruciato, andato, un amore per essere respinto. Non deve essere un amore, un qualcosa di spietato, spiegato, di capito, di preso e paragonato. Anche se non lo hai raccontato, fotografato, ti è rimbalzato. In due mezza storia. Definisci storia. Strada a senso unico. Parcheggio per i disabili occupato ingiustamente. L’ ultimo due barrato che passava alle 22,30 per tornare a casa. Una coscienza fritta. Apnee controllate di baci obliqui che affondano, che evaporano. L’ unica dieta che funziona, l’ unico squillo del telefono collegato alla frequenza cardiaca, l’ unico vicolo cieco che ci vede benissimo. I mal di testa inventati e gli scivoli sulla pelle.
Finiti per caso in questa camera con svista con degli sguardi da sostenere neanche fossimo culturisti allenati, sguardi da decifrare neanche fossimo crittologi navigati, parole da far atterrare neanche fossimo piloti di 747. Ma io lo so come va a finire.
Vado, m’ innamoro, m’ ammazzo e torno.