Camerun /Piccoli schiavi crescono e si moltiplicano...

Da Marianna06

Lo scorso luglio il Dipartimento di Stato americano ha pubblicato un rapporto in cui è reso noto che il Camerun attualmente è un Paese "d'origine, di transito e di destinazione per centinaia di bambini vittime della tratta e del lavoro forzato".

Questi bambini, infatti, "provenienti da 10 regioni del Paese, lavorano in situazione di schiavitù domestica, come venditori sulla strada e come manodopera a costo zero nelle miniere".

Nel settore agricolo, continua il rapporto, troviamo ragazzetti che vengono sfruttati nelle piantagioni di caffé, tè e cacao.

In Camerun, una legge votata nel 2005, prevede pene severe per la schiavitù infantile.

Malgrado ciò il fenomeno appare in espansione, e non mancano le voci che addossano all'indifferenza del Governo la responsabilità.

A questo si aggiungano certe abitudini locali.

Un adulto che ha un bambino al suo servizio non dirà mai che lo sta sfruttando, penserà invece di essere addirittura il suo salvatore secondo una logica perversa che :"Se gli do da fare qualcosa almeno lavora e non diventa un bandito".

E il diritto al gioco ? E il diritto allo studio ? Optional?

Per questo motivo gli USA hanno inserito il Camerun in una lista di sorveglianza per il quarto anno consecutivo.

E l'ostracismo durerà almeno fino a quando il Governo del Paese non darà segnali concreti di prendere in mano la situazione ed impedire la schiavitù infantile.

Comunque a praticare la schiavitù infantile in Africa non c'è solo il Camerun.

Mi vengono in mente, ad esempio, il Niger, il Rwanda,il Malawi, il Congo e tantissime altre realtà del continente.Note e meno note all'opinione pubblica internazionale.

Certamente la "cosa" è questione di crescita "culturale" in senso lato.E naturalmente anche e sopratutto economica.

E lo dico, per chi si scandalizzasse trattandosi di Africa, perché la nostra stessa Italia nell'immediato dopoguerra, ma anche prima, tanto a nord quanto a sud e nelle isole maggiori, adottava più o meno le stesse modalità di trattamento con bambini e bambine di famiglie bisognose.

C'erano anche da noi i  piccoli servi pastori, i tanti "Rosso Malpelo"nelle miniere e le ragazzette a servizio nelle famiglie che, per lavare i piatti, avevano bisogno di un piccolo scanno perché non arrivavano al lavabo.

L'importante, oggi, è combattere queste forme di schiavitù ,facendo rispettare ovunque e comunque, leggi alla mano, il diritto all'infanzia e all'adolescenza.

E poi, indignarsi  dinanzi a certe situazioni incresciose va anche bene ma occorre sopratutto aiutare,nei fatti(cultura ed economia in primis), i Paesi in via di sviluppo a crescere, perchè appunto non ci siano più ,in giro, bisognosi ricattabili.

E questo è un percorso piuttosto complesso intorno al quale argomentiamo quotidiamente ma che, ahimé, non sempre dà,subito e agevolmente, i frutti sperati.

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

  


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