Camilla e i suoi amici

Creato il 23 novembre 2012 da Povna @povna

E poi succedono cose che non dovrebbero succedere. Mai. Per nessuna ragione al mondo. Figuriamoci a 15 anni. Figuriamoci se c’è di mezzo la scuola.
La ‘povna ha passato la giornata di ieri a occhi sbarrati. E, vorrebbe anche aggiungere, stupita ed esterrefatta. Ma non può, purtroppo. Perché in Italia l’omofobia è presente; e spesso praticata con ottusa noncuranza. Anche se sei un adulto. Anche se sei un educatore. Di questo (e di molto altro) la ‘povna ha parlato oggi con i Merry Men e con i Pesci (e domani ancora altre riflessioni seguiranno), a partire dal momento in cui – insieme alla collega Pancakes – hanno deciso (a classi parallele) di mandare a gambe all’aria il programma. Perché non è sempre e solo sui contenuti maledetti che si gioca il ruolo della scuola. La ‘povna ha trovato visi attenti, e occhi tesi nello sforzo di guardare e di comprendere. Ma ha dovuto far riflettere, su pregiudizi impliciti, sistemi di pensiero ricevuti in eredità da una società adulta che sa portare assai poco rispetto, troppo facili declinazioni del concetto di “normale”.
Alla fine della mattinata, reincontrando Pancakes in sala professori, la ‘povna era contenta. Perché le era sembrato di avere suscitato, a sprazzi, scintille di pensiero autenticamente critico. Ma non basta. E – ricordando i percorsi dell’Onda – decide che una lettura è d’obbligo. E, già che c’è, ne parla al venerdì del libro.

Con Camilla e i suoi amici (ma il titolo originale, Trying Hard to Hear You, è molto più pregnante) Sandra Scopettone deroga un po’ dal suo genere tradizionale, il poliziesco, per scrivere una storia di formazione e di linea d’ombra. Protagonista è la giovane Camilla, e l’estate dei suoi 16 anni, nell’America del ’73. Divertimenti, spettacoli teatrali, le amicizie di gruppo che sono tutto: i passaggi canonici, insomma, di un’educazione sentimentale. Che porterà però la giovane Camilla a scontrarsi contro i pregiudizi della società e del gruppo, così come con la difficoltà di comprendere che deriva da se stessa. Fino a che, alla fine, un finale amaro le farà comprendere che l’orientamento d’amore non si sceglie, si vive. Troppo tardi, sicuramente. Eppure sempre abbastanza presto per farsi carico della scomoda eredità di chi resta. E contribuire, con occhi nuovi, a costruire una società migliore.