Camino di Santiago: marketing del turismo sportivo

Creato il 28 maggio 2014 da Sporthink
Non è uno sport, ma il Camino de Santiago è qualcosa che molti sportivi fanno.
Riprendo quanto scritto da Paolo Pugni a riguardo sul suo blog che trovate qui.




La pubblicità è l’anima del commercio. Si diceva. Dipende da come la fai.Siamo sempre sul Camino di Santiago per trovare spunti da ciò che qui si scova: nella prima riflessione abbiamo scoperto 7 lezioni per andare oltre la banalità della nostra soluzione.
E poi A casa Verde cene ha insegnate altre su come coinvolgere i clienti.Oggi vorrei condividere ciò che ho scoperto nel modo di promuovere le imprese a bordo strada. E la strada qui può essere solo una immagine, uno stimolo sia chiaro.Che cosa cerca un pellegrino che cammina? Un luogo dove riposare, dove poter trascorrere le ore di sonno e le ultime ore di veglia in modo sereno e spendendo poco.E dove può cercare queste informazioni?Spesso chi cammina non si programma: non sa magari dove dormirà la notte, dove farà tappa. Dipende dalla stanchezza, dal tempo, da ciò che incontra.Per questo lasciargli una impressione positiva conta.
E devo scegliere anche il luogo migliore per farlo.  Ad esempio
i segnavia, sicuramente il posto dove tutti passano e sul quale tutti, passando, gettano uno sguardo.Un biglietto scritto a mano, con una poesia, un saluto e l’invito a fermarsi da te quella sera lascia il segno, si fa ricordare.Noi riusciamo ad essere sui “segnavia” dei nostri clienti? Quali sono? Dove sono? Come possiamo personalizzare il messaggio per loro?
Siamo alla penultima tappa, quasi alla fine: usciamo da un bosco, un po’ stremati, e appena messo piede in una radura che segna l’inizio di un villaggio ecco un enorme cartellone che inizia a suonare e a parlarci. È la pubblicità di un ostello che evidentemente si attiva quando “sente” la presenza. Curioso. Non posso non fermarmi a leggerlo e a scattare una foto. Porta ben visibile anche il suo codice QR.Sappiamo strappare un sorrido e l’attenzione a clienti stanchi nel momento della loro decisione d’acquisto? Come facciamo ad attirare la loro attenzione?
Infine i visual, tanti, alcuni del tutto anonimi, altri, come quello che citavo ieri del Capricho di Josana molto efficaci: perché? Perché stanno nel posto giusto e perché riescono a dare il messaggio immediato. Nel caso di Josana con pochi segni: la salita ripida, la sagoma del pellegrino, l’invito a prendere forza. Immediato, semplice, ma non banale, diretto al punto.
Le nostre comunicazioni visuali sanno avere il medesimo impatto? Sappiamo evocare emozioni o trasmettere messaggi razionali facili da comprendere e ricordare?

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