di Angelo Petrella
Rizzoli, pagine 302 € 12,90
isbn 9788817074681
Gneo Pompeo Quintiliano , lagato romano, rischia di cadere nella trappola ordita dai barbari, siamo in Britannia 78 d.C. le legioni romane stanno dando fondo a tutta la loro maestria militare nel tentativo di piegare la resistenza degli Ordovici, ma qualcosa nella strategia di Quintiliano non ha funzionato, ci penserà il suo braccio destro, il tribuno Quinto Terenzio Massimo, a far cambiare le sorti della battaglia ricorrendo però ad uno stratagemma ignobile, l'incursione nel villaggio dei barbari dove sono solo donne e bambini. Il tribuno Massimo, uomo cinico e scaltro, dopo aver saccheggiato il villaggio userà i sopravvissuti come scudi umani contro gli stessi Ordovici che verranno sconfitti. Qualche mese dopo a Roma durante il "Trionfo" tributato ai conquistatori della Britannia Quintiliano e l'astuto Tito Flavio, figlio dell'imperatore Vespasiano e fratello di Domiziano si guarderanno bene dal raccontare l'azione infamante del tribuno che per "punizione" verrà, con astuzia politica, promosso e spedito in provincia, a Pompei dove si occuperà della cattura del bandito Prisco.
Durante la battaglia in Britannia Massimo ha catturato e resa schiava Camma, la moglie del capotribù Taranis, e suo figlio Conall, entrambi saranno venduti come schiavi e la donna finirà in un lupanare a Pompei, nella città campana Camma conoscerà Calliope, schiava graca legata ad una inquietante setta , quella delle avvelenatrici, fedeli serve della dea Cibele e grazie ad essa che potrà coltivare speranze per un'insperata vendetta. Il romanzo di Angelo Petrella cattura l'attenzione del lettore fin dalle prime pagine, ha il ritmo del thriller , crea attesa e suspense nel lettore. Le ricostruzioni storiche sono accurate senza appesantire minimamente la narrazione che è scorrevole, l'avidità per il potere e i modi di conquistarlo sono l'argomento centrale del romanzo al quale fa da sfondo la vicenda di Camma e del centurione Lucio Sesto Silano che rimarranno coinvolti involontariamente nelle macchinazioni dei potenti, Tito Livio, Domiziano, Marziale e Plinio il Vecchio.
di Luigi De Rosa