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Camorra, Iovine: “I nostri soldi nelle tasche di tutti i politici, nessun ‘colore’ escluso”

Creato il 29 maggio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

La Dda di Napoli ha depositato il primo verbale da pentito del capoclan dei Casalesi, Antonio Iovine detto ‘o ninno, per anni ai vertici della camorra Casertana.

(fanpage.it)

L’arresto del capoclan dei Casalesi, Antonio Iovine detto “o’ninno” (fanpage.it)

Il verbale, due sole pagine, è ora agli atti di un processo al tribunale di Santa Maria Capua Vetere per associazione camorristica ed estorsione contro suoi ex fedelissimi. “C’erano soldi per tutti in un sistema che era completamente corrotto, soldi anche per sindaci – dice Iovine ai pm – non aveva alcuna differenza il colore politico del sindaco perchè il sistema era ed è operante allo stesso modo. In questo ambito si deve considerare anche la parte politica e i sindaci dei comuni i quali avevano l’interesse a favorire essi stessi e alcuni imprenditori in rapporto con il clan per avere dei vantaggi durante le campagne elettorali in termini di voti e finanziamenti. Non aveva alcuna differenza il colore politico del sindaco perchè il sistema era ed è operante allo stesso modo”. “So benissimo di quali delitti mi sono macchiato. Sto spiegando un sistema di cui la camorra non è l’unica responsabile”, aggiunge.

L’ex boss sarà interrogato il 7 giugno collegato in videoconferenza. “Anche la parte politica che dovrebbe rappresentare la parte buona dello Stato è stata quantomeno connivente con questo sistema se non complice”, si legge ancora nel verbale. ”Sicuramente era del tutto consapevole di come andavano le cose. Era noto a tutti che per esempio la ditta per le refezioni scolastiche era un’impresa di Antonio Iovine, eppure nessuno si è mai opposto a questo sistema. Per esempio, a San Cipriano una personalità come Lorenzo Diana, che pure ha svolto un’azione politica dura di contrasto alla criminalità organizzata facendo parte anche della commissione antimafia, ha permesso che noi continuassimo ad avere questi appalti anche quando erano sindaci Lorenzo Cristiano e Angelo Reccia della sua stessa parte politica. Il sistema è andato avanti fino al 2008 e allo stesso modo nulla ha avuto da ridire il sindaco Enrico Martinelli che era invece del centrodestra”, conclude il pentito.

Alcuni milioni di euro erogati dal ministero dell’Agricoltura per il rimboschimento nell’alto Casertano finirono nelle casse della cosca, racconta Iovine. “Si trattava di lavori appaltati attraverso finanziamenti del Ministero dell’Agricoltura – dice – e Della Volpe Vincenzo ottenne di essere colui che avrebbe gestito per conto del clan i relativi appalti. Della Volpe utilizzò anche imprese del Napoletano, vivai che avevano le categorie giuste per accedere a questi finanziamenti. Se non sbaglio questi finanziamenti si riferiscono al periodo in cui il ministro dell’Agricoltura era Alemanno e ricordo il particolare che il ministro venne a San Cipriano per una manifestazione elettorale al cinema Faro su invito di mio nipote Giacomo Caterino, anche lui impegnato in politica tanto che è stato candidato alle elezioni comunali e provinciali ed è stato anche sindaco di San Cipriano”.

(agi.it)

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