Sonia Arrison e' futurologa, giornalista e autrice di numerosi libri sull'impatto delle nuove tecnologie sulla societa', e cerca di dare risposta a questa domanda nel suo 100+ investigando una serie di tecnologie oggi ancora in incubazione nei laboratori di ricerca internazionali.
Ben Goertzel e' un ricercatore nel campo dell'Intelligenza Artificiale Generale e un dirigente di Humanity+ (l'organizzazione transumanista della quale la stessa Arrison e' un advisor) e ha scritto una recensione di 100+ che utilizzero' per cercare di capire cosa possiamo aspettarci da questo libro.
Di interesse anche per i "veterani"
Il primo commento di Goertzel e' che non si aspettava molto di nuovo da un libro di divulgazione quale quello della Arrison. Dopotutto sono anni che si occupa di longevismo, transumanismo, etc (e molti dei lettori regolari di questo sito si troveranno in una situazione simile). Ciononostante, descrive 100+ come facilmente accessibile ai neofiti e allo stesso tempo di grande interesse anche per i "veterani".
I concetti chiave presentati dalla Arrison sono due:
1) Varie tecnologie oggi ancora sperimentali sono in rapido sviluppo e potrebbero incrementare spettacolarmente le aspettative di vita (sana!) nei prossimi anni.
2) In uno scenario di allungamento delle aspettative di vita e' probabile che la societa' (e la nostra psiche) non avranno grandi problemi ad adattarsi a tali incrementi, man mano che si presenteranno. Essi saranno visti da una sostanziale maggioranza come positivi e non come traumatici
Le tecnologie in questione includono terapie geniche, cellule staminali/medicina rigenerativa, organi artificiali, SENS, e l'applicazione dell'Intelligenza Artificiale alla ricerca scientifica longevista. La Arrison ne illustra sia lo stato dell'arte che le prospettive future.
Healthspan: aspettative di vita sana
Ma la parte che ha piu' affascinato Goertzel e' quella dedicata all'impatto psicologico e sociale di un sempre piu' esteso "healthspan", il neologismo inglese che fa un mash-up di "health" (salute) e "life-span" (aspettative di vita) per descrivere le aspettative di vita in buona salute (non c'e' dubbio che l'inglese sintetizzi i nuovi concetti meglio dell'italiano...)
Presentando abbondanti dati statistici con un pizzico di buon senso comune, la Arrison demolisce una per una le tipiche obiezioni al progetto longevista, da quelle esistenziali ("e' la morte che da un senso alla vita"), a quelle economico/ambientali ("la sovrappopolazione ci mandera' in rovina/portera' al collasso dell'ecosfera"). A proposito di sovrappopolazione e conseguenti catastrofi, Goertzel commenta di aver trovato divertenti (e istruttivi) gli allarmismi dei primi anni '70 citati dalla Arrison, quando era di moda credere che la Terra avrebbe esaurito la propria capacita' di sostenere la razza umana entro gli '80 o '90, in assenza di un crollo demografico. La realta' di oggi, invece, e' quella di un'epidemia di obesita' dovuta a troppe calorie e la realizzazione che le carestie nei paesi in via di sviluppo sono dovute a problemi di distribuzione, non di produzione alimentare. L'errore degli allarmisti fu di estrapolare i livelli di produzione di derrate alimentari senza includere nell'equazione il continui progressi del settore. Cosi' come quei progressi permisero di sfamare una popolazione mondiale in crescita, aggiungo io, cosi' quelli biotecnologici oggi agli albori potrebbero controbilanciare il vero problema all'orizzonte, quello dell'invecchiamento globale (qui e qui due articoli al proposito su questo tema generalmente ignorato, ma del quale sentiremo parlare sempre piu' spesso nei prossimi vent'anni).
La previsione della Arrison e' che l'estensione delle aspettativa di vita sana saranno una benedizione non solo per l'economia, ma anche per il nostro benessere mentale. La fine di una vita e' presentata in 100+ per quello che e': non solo come un tragico evento a livello personale, ma anche come un freno al progresso economico e scientifico.
Goertzel e l'autore non sono d'accordo su tutto: Goertzel e' poco convinto dall'approccio libertarian della Arrison, un approccio che implica l'opposizione agli interventi statali tesi a facilitare l'accesso alle tecnologie longevizzanti, o di potenziamento, ai meno abbienti. La Arrison sostiene che gli interventi statali portano sempre con se' costi indiretti e conseguenze impreviste, mentre Goertzel ritiene che i costi sarebbero piu' che accettabili e che sarebbero rapidamente ripagati dal loro positivo impatto sulla societa'. Ma questa tipica differenza fra destra e sinistra e' solo un dettaglio nel contesto di 100+. La Arrison cerca in genere di evitare sia la politica che le previsioni futurologiche a lunga gettata, quali quelle di potenziali Singolarita' o Matusalemmita' all'orizzonte, e si concentra invece sulle conseguenze dell'estensione radicale della vita nel nostro futuro prossimo.
Il giudizio finale di Goertzel? Di leggere 100+ e, soprattutto, di consigliarlo a quei nostri amici e familiari che, contrariamente a noi, non monitorano ossessivamente i risultati della ricerca longevista internazionale e che, di conseguenza, non hanno sentore di cosa bolla in pentola... E se vi piace l'idea di campare centanni (e piu') in buona salute, butto li' due miei modesti consigli: adottare il longevismo pratico e sostenere quell'autentica punta di diamante della ricerca longevista che e' la SENS Foundation di Aubrey de Grey (qui il sito della Foundation, qui un mio articoletto al proposito e qui due capitoli, in traduzione italiana, di Ending Aging, la roadmap di de Grey per la "sconfitta dell'invecchiamento".)