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La zona vinicola
L'area dove viene prodotta la denominazione dei Campi Flegrei è compresa in una striscia costiera tra Napoli e l'Isola di Procida, dove i terreni sono figli del Vesuvio, e quindi vulcanici. Qui come per tutta la penisola italiana, vi è stata una precisa orogenesi della geologia del territorio del tutto simile al resto del territorio nazionale, spinto e lavorato dalle due placche teutoniche a dall'alzamento e abbassamento continuo del mar Mediterraneo, una volta collegato all'oceano e altre volte chiuso e ristretto ad una sorta di gigantesco acquitrino. Questa zona del Tirreno è formata da un misto di croste, quella continentale, sottile, e quella oceanica, originaria del Tortoniano superiore - Messiniano inferiore. Il terreno grazie al vulcano ancora in attività si è rinnovato e fornisce ricche presenze di minerali che alimentano la vite in modo completo, influenzando positivamente la qualità delle uve. La conformazione dei rilievi è collinare di cui solo la stratificazione superficiale è chiaramente costituito da materiale vulcanico. Le condizioni climatiche sono quelle classiche del sud dell'Italia, calde e temperate con estati lunghe e inverni tiepidi e corti. Le uve sono rinfrescate vai venti che il mare a pochissima distanza fa arrivare durante un anno che conta bel 2/3 di giornate con sole. Le varie colline nascondono e aprono al vento varie piccole zone per diversi microclimi che giocano in questo modo con l'esperienza dei viticoltori e la loro voglia di creare vini diversi. La montagna fornisce quindi spunti continentali mentre il mare lascia altri viticoltori giocare con le mineralità.
I vitigni bianchi
Il vitigno principe del Campi Flegrei DOC per la produzione di bianchi è il Falanghina, che può essere tagliata anche con altre uve bianche autorizzate in regione.
La Falanghina è presente nella zona da tempo immemorabile tanto che si pensa che il suo nome derivi dal latino phalange inteso del descrivere questa vite che veniva “legata al palo” per essere sostenuta. Questo perche anticamente se si lasciava “strisciare” la vite al suolo, come nella sua natura, la Falanghina risentiva molto dei problemi derivanti la muffa. Tutt'oggi è un vite che predilige le buone esposizioni.
Nell'Ottocento era già molto famosa sia durante il Regno delle Due Sicilie che successivamente con l'Unità d'Italia.
Il Campi Flegrei DOC bianco
Il disciplinare autorizza il sistema d'allevamento a controspalliera con massimo 2000 piante per ettaro con delle rese che possono raggiungere le 12 tonnellate per il bianco generico e le 10 tonnellate per ettaro nella tipologia Falanghina monovitigno. Il vino bianco, anche nella tipologia con il Falanghina in purezza, ha colore paglierino ed è un vino più o meno intenso, aromatico in purezza, con profumi esotici all'ananas e banana e frutta più “mediterranea” come la mela e la pesca. Spesso i vini hanno anche fondi ai fiori e agli agrumi con bei tocchi di erba tagliata e miele nelle produzioni migliori. I vini hanno corpo ampio e struttura solida, con una bassa acidita anche se di buona conservazione.
Le aziende
I bianchi del Campi Flegrei sono meno stimati di alcune Falanghine in purezza. Una delle aziende protagoniste è la Grotta del Sole che vinifica un discreto Campi Flegrei Falanghina DOC, un bel vino paglierino di gamma olfattiva vegetale che si poggiano su un fondo tutto al biancospino. Un vino che ha conquistato i due grappoli dell'associazione italiana sommelier grazie anche alla sua bocca ben sapida e strutturata, equilibrata ed ottima con l'insalata di polpo con patate lesse.
Ottima la Falanghina Campi Flegrei di Astroni, con un buon prezzo. Qui si tratta di una Falanghina al 100% coltivata su terreni franco-sabbiosi-limosi, ottimi per drenare l'umidità. L'azienda l'alleva con il sistema a Guyot uni-bilaterale con rese massime di 70 - 80 quintali per ettaro, da vendemmiare nei primi 10 giorni di Ottobre, manualmente. Il vino viene affinato prima sur lies e poi in bottiglia per aromi decisamente superiori. Il vino è paglierino con vene dorate e accenti verdognoli il vino visivamente è denso, preludio alla gamma olfattiva. Qui gli aromi sono maturi, pieni, alla frutta bianca e al miele. Ottimo palato pieno e morbido, speziato e molto lungo in chiusura. Va bevuto entro i due anni a temperature abbastanza alte, tra i 12 e i 14°C. Gli abbinamenti sono di gran classe con crostacei crudi e molluschi di rango, come le ostriche, ma anche pesce lavorato come carpaccio. Perfetto anche con il risotto agli asparagi e le verdure alla griglia.