La tentazione di inserire Adriano, inteso come Adriano Leite Ribero nella categoria degli ex calciatore, ma ho sempre avuto grande simpatia per il calciatore buzzicone più simpatico del mondo, per cui sono felice che stia cercando di tornare in condizioni fisiche accettabili per tornare a giocare almeno nel torneo brasiliano.
Il fatto che oggi sia arrivato a pesare "solo" 101 Kg però, non può farmi che dubitare che quando arrivò a Roma, quando fu ingaggiato dalla ASRoma, con una operazione tecnica e finanziaria della quale mai nessuno è riuscito a comprendere le finalità, a meno di non adombrare manovre poco lecite, il centravanti brasiliano pesasse molto più dei 104 Kg dichiarati dai vertici della società giallorossa.
Direi che il faccione che il ragazzo esibì il giorno della sua presentazione dichiarasse qualcosa attorno ai 120-5 Kg, che anche tenuto conto dell'altezza di 190 cm e della costituzione robusta del calciatore, non era decisamente un peso vicino a quello della sua forma ideale.
Il confronto con le foto del giocatore con la maglia dell'inter era impietoso, eppure i tifosi giallorossi si aggrapparono al sogno del completo recupero del campione, che se fosse riuscito avrebbe potuto dare una svolta al campionato della loro squadra, che invece si ritrovò ben presto a disputare una stagione anonima.
Il brasiliano proprio non perdeva peso, segno che non riusciva a liberarsi dei suoi demoni, che da troppo tempo lo accompagnano e che gli hanno impedito di proseguire una brillante carriera e per indurlo invece sul viale del tramonto a soli 28 anni.
Eppure neanche i più delusi tra i tifosi delle squadre che via via Adriano ha finito per abbandonare è mai riuscito a voler male a questo ragazzone dalla faccia da bonaccione.
Forse il problema di Adriano è proprio questo, un carattere troppo fragile e portato alla facile melancolia, con la tendenza a rifugiarsi nel facile ricovero dell'alcool, del cibo e della compagnia di persone poco raccomandabili.
Anche perchè di persone poco raccomandabili Adriano ne ha frequentate sempre tante e non per colpa sua, dal momento che il destino lo ha fatto nascere in una delle grandi favelas di Rio de Janeiro, nelle quali se non sei più che fortunato e non sai giocare a pallone da campione difficilmente si può scampare ad una vita passata a sfidare la legge.
Adriano è stato uno di questi fortunati e fin da giovanissimo è uscito dalla favelas per diventare ricco e famoso, ma la sua nascita e gli amici d'infanzia gli sono rimasti dentro e mai è riuscito a recidere il cordone ombelicale che lo lega al suo quartiere d'origine, pur essendo ormai cittadino della parte più elegante della città, nella quale ha portato a vivere l'adorata mamma Rosilda.
Adesso è di nuovo alle prese con gli allenamenti e l'ennesimo tentativo di tornare un giocatore credibile, stavolta con la maglia bianca del Corinthians, e anche stavolta i tifosi della sua nuova squadra sono pronti a sostenerlo e ad amarlo oltre ogni limite e soprattutto a sperare che Adriano ce la faccia, a tornare un calciatore importate e, soprattutto, un uomo sereno.
Con lui al Corinthias, stavolta solo nelle vesti di dirigente, c'è un altro simpatico buzzicone del calcio brasiliano e mondiale, quel Ronaldo, Ronaldo Luis Nazario de Lima, l'unico vero Ronaldo, che se non fosse stato per gli infortuni gravissimi che ne hanno condizionato la carriera sarebbe oggi ricordato come uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, costretto invece anche lui ad un finale di carriera malinconico, finito in sovrappeso nel poco competitivo campionato brasilerao.
Ma Ronaldo ha sempre trovato le motivazioni e la forza di risorgere sempre dai suoi guai e chissà che i suoi consigli e la sua influenza non facciano un piccolo miracolo: io tifo ancora per Adriano.