Can't seem to find my way out

Creato il 17 settembre 2012 da Danielpeekaboo
Ho atteso ore e giorni interminabili, nella speranza di un verso, di una melodia, con cui sfogare questo dolore sordo e inconfessabile. Ma non è arrivato nulla. E il disagio non è diminuito. Ho sempre pensato che i dolori troppo profondi fossero muti. E allora eccomi qui, nudo, a cercare le parole senza metafore e senza note. Parole nere su fondo bianco, senza orpelli. Per ammettere ciò che vorrei sublimare ma che è troppo basso per salire al di sopra del mio ventre. Ci sono a volte fantasmi del passato che si pensava sconfitti e invece hanno solo atteso per anni il loro momento di tornare. E tornano con una forza maggiore data dalla rinnovata consapevolezza. Mi ricordo di te con una lucidità spaventosa, nonostante siano passati più di dieci anni. Ricordo che tutti pensavano avresti fatto cose grandi nella tua vita. Così come dicevano di me. Eravamo sempre io e te a contenderci le lodi e tra noi c’era una sorta di rivalità cordiale che non è mai sfociata né nell’amicizia né nell’astio. Non avrei pensato che in quegli anni si decidesse così tanto del mio futuro. Qualche scelta sbagliata può rovinare tutto. Ora ti ritrovo e la distanza fra noi è divenuta incolmabile. Ti vedo dire “Stop whining, stand up and start again!”. E penso quanto ciò sia vero ma anche immensamente indigesto. Spesso in questi anni ho pensato di fare scelte giuste per il mio futuro. Ma ancora più spesso non sono stato io a scegliere, ma la paura lo ha fatto per me. Paura di cosa? Di mettermi in gioco, di mostrare quanto poco possa valere, di ostentare la mia mediocrità, di abbandonare le persone e i luoghi che mi hanno cresciuto. Ho scelto di non scegliere. Ho lasciato che le cose accadessero. E solo ora mi rendo conto di quante possibilità ho perso. Avevamo in mano la stessa immensa forza, le stesse opportunità. Ma tu ora sei un astro splendente nel cielo sopra San Francisco mentre io sono solamente un puntino nero e insignificante nella moltitudine dei mediocri. Vorrei smettere di piagnucolare e provare di nuovo. Ma ormai mi sembra inutile combattere. Ci sono situazioni che non possono essere recuperate. Per cosa ho sacrificato tutte le mie potenzialità? Mentre corro disperato davanti al tramonto osservo le colline incorniciare la città e annuso l’odore della prima vendemmia. È per questo che ho rinunciato a partire per un futuro nuovo? Per l’ansia di rimanere qui? Oh quale immenso fallimento! Sento le sinapsi azzardare collegamenti spaventosi. Penso alle persone che ho incontrato in questi anni e che mi hanno aiutato a credere di essere più di quello che in realtà non sia, che mi hanno insegnato ad accontentarmi di questo misero vento fra le mani. Penso alla poesia e alla musica che mi hanno distratto e anestetizzato dall’antica ambizione di dimostrare il mio valore, insegnandomi la religione della rinuncia. Penso alla debolezza della mia mente che negli anni ha perso la capacità e l’attitudine alla sfida e al confronto, accontentandosi di un angolo di finta superbia. Penso al mio corpo reso inutile dallo sconforto progressivo. Ora non mi resta che constatare quello che sono diventato e mettere in fila tutti gli errori che lo hanno permesso. Vorrei trovare la forza di reagire. Vorrei evitare di ritirarmi nella penombra della vergogna per non mostrare la mia mediocrità. Non riesco a vedere una via di uscita. “I can't seem to find my way out of this hunting ground .. from here crystal meth in metres of millions in the end all we have soul blueprint”. Solo morte e rinascita.
Le parti in inglese alla fine del brano sono tratte da “I can’t see New York” by Tori Amos

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