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Canada: l’energia geotermica potrebbe bastare [e avanzare...] alla grande

Creato il 22 settembre 2011 da Giannet

[Via: energyboom - Foto:  Canadian Geological Survey Commission]

 

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Un nuovo studio di 322 pagine dal titolo  "Geothermal Energy Resource Potential of Canadarivela sorprendentemente che il potenziale geotermico di cui dispone la nazione nordamericana ammonterebbe [addirittura] ad un milione di volte il consumo di corrente elettrica del paese. Ovviamente, non tutto, ma "solo" il 40% di questa risorsa [incredibilmente abbondante] è sfruttabile – tenendo conto delle tecnologie attualmente disponibili. Il rapporto ha evidenziato come l'energia geotermica sia ampiamente distribuita in tutto il Canada, con alcune regioni che presentano un potenziale leggermente superiore alle altre. Una di queste è la Canadian Cordillera, vicina – anche se non direttamente esposta - alla costa canadese del Pacifico. Un altro è il Western Canadian Sedimentary Basin (WCSB), territorio di  1,4 milioni km quadrati del Canada occidentale che interessa le regioni di Manitoba, Saskatchewan, Alberta, British Columbia, e un angolo dei Northwest Territories. È qui che fluidi a temperatura più o meno calda circolano attraverso le rocce porose che una volta - e forse tuttora - venivano perforate per estrarre petrolio e gas naturale. Altrove in Canada, lungo le coste e in un'ampia fascia centrale conosciuta come Canadian Shield, fomazioni rocciose più fredde e secche (sedimentary basins) potrebbero essere ampiamente sfruttate come fonti più indirette di energia geotermica (es. pompe di calore). Se si eccettua l'utilizzo per heat-pump, il Canada al momento non sfrutta affatto l'energia geotermica, che potrebbe rappresentare un'alternativa decisamente 'green' alle risorse fossili [pure abbondantemente presenti nel territorio]. Non ci sono solo vantaggi: lo sfruttamento geotermico presenta anche alcune possibili rischi che vanno attentamente valutati, come la possibile alterazione chimica e termica della falda acquifera - con conseguente alterazione di ecosistemi basati sulla falda stessa, o anche la possibilità di eventi sismici, o anche l'aumento del livello di rumore. Ma i veri ostacoli allo sfruttamento di questa risorsa sono l'accessibilità e la competenza: la maggior parte delle aree maggiormente sfruttabili sono situate in zone remote del nord le cui popolazioni non hanno neppure bisogno di grandi quantità di energia. Ci sono eccezioni, naturalmente, in particolare Resolute Bay nel Nunavut, che dipende in larga misura dal gasolio e quindi potrebbe trarre notevoli vantaggi dalla geotermia – magari sfruttando Sistemi Geotermici Avanzati (EGS) che non richiedono presenza di acqua in loco o bacini molto permeabili. Altri limiti sono rappresentati dalla mancanza di linee di trasmissione e dalle tecnologie di perforazione ancora poco evolute. Tuttavia, se si riuscisse a muovere capitali su questo progetto si potrebbe finalmente iniziare a prefigurare la fine della dipendenza da fonti inquinanti come il carbone o rischiose come l'energia nucleare.
Per incoraggiare i progressi e l'assorbimento, gli autori dello studio suggeriscono un credito d'imposta di produzione geotermica per stimolare una migliore tecnologia, che a sua volta farebbe da traino ad una maggiore adozione della tecnologia geotermica eliminando le incertezze che derivano da finanziamenti pubblici. Nel frattempo, negli Stati Uniti, il DOE (Dipartimento dell'Energia)  ha annunciato incentivi fino a 38 milioni di dollari per promuovere la ricerca geotermica. Uno dei destinatari è Lawrence Livermore National Laboratory (LLNL), che ha ricevuto 890 mila dollari.


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