Torno a casa e trovo la gatta di fronte alla webcam. La situazione non è delle più sane, cerco di capirci qualcosa in più. Dopo qualche secondo tutto è più chiaro: Morgana si candida alle parlagattarie del miagolamento 5stelle, l’analogo gattese del ben più noto movimento popolare italiano. Tra i gatti del circondario pare ci sia del malcontento sulla gestione delle ciotole, da qui la sua decisione di scendere in campo. In realtà Morgana, che certo non è una pasionaria, ha visto i video dei candidati umani e da lì ha capito che se si candidano loro, si può candidare anche lei.
Una lunga serie di casi umani, con qualche isolato barlume di normalità e decenza ogni tanto. In Umbria la vincitrice di questa consultazione elettorale ha preso 84 voti: gli amici del bar e qualche follower su twitter. E’ la più grande battuta di arresto del movimento di Grillo, in meno di una settimana hanno perso gran parte della credibilità accumulata nel tempo; la grande attenzione verso i grillini era più un riflesso della presenza sulla scena politica dei babbioni che conosciamo e con il nuovo rappresentato da un sosia di Mr. Bean con l’accento toscano, che altro. Certo, ci sono ancora Berlusconi e Bersani, come 15 anni fa, qualsiasi movimento antagonista con qualche faccia nuova, anche non troppo intelligente, avrà vita facile.
Dopo poche ore di voto, si sono chiuse le parlagattarie: Morgana ha perso miseramente. Su di lei hanno pesato soprattutto le sue discendenze. Suo fratello si chiamava Silvio, un bellissimo gatto a pelo lungo rosso finito sotto una macchina due anni fa. Erano nati entrambi nel 2008, la notte in cui il Silvio non gatto vinse le elezioni. I gatti votano con la pancia, non riescono a guardare più in là dei loro baffi. Silvio è stato un gatto che ha lottato contro il governo berlusconi, fin dalla propria nascita. Vogliamo ricordarlo così:
il gatto Silvio protesta contro il DL 133 (decreto Gelmini)
Ciao gatto Silvio, ci manchi ancora. Tua sorella Morgana non si candiderà.