Una menzione a parte la merita l'autore, il mitico Bruce Feldman. Feldman è uno dei più apprezzati giornalisti di "ESPN The Magazine", rivista cartacea dell'omonimo network. Ex ricevitore a livello semi-pro, ha frequentato il college appunto a Miami (presumo a cavallo degli anni '70/'80, anche se non ne ho la certezza), ed ha iniziato a scrivere come "beat writer" per ESPN nel 1994. Ha passato gli ultimi due anni in giro per il Sud degli Stati Uniti, a scrivere il suo secondo libro "Meat Market: A Season Inside College Football's No. 1 Recruiting Machine" (che non ho ancora letto), sguardo dal di dentro della "guerra" del reclutamento che avviene ogni anno appunto nel Sud, dove il talento per lo sport con la palla ovale abbonda... Nel suo blog su ESPN, presente nei miei link, risponde a domande sul college football provenienti da tutta America, oltre a segnalare storie ed articoli sempre di grande interesse.
Il libro narra la dinastia sportiva più incredibile degli ultimi 25 anni: quella, appunto, della squadra di football dei Miami Hurricanes.
Non c'è stata, nello sport americano, una dinastia come quella di Miami negli ultimi decenni. 5 titoli di Campioni Nazionali, più di Notre Dame, Oklahoma e Florida State (3 fra le "football school" più forti di tutti i tempi), messe insieme. Centinaia di giocatori diventati star nella NFL (Micheal Irvin, Ray Lewis, Warren Sapp, Vinny Testaverde, Jim Kelly, Jeremy Shockey, Ed Reed; solo per citarne alcuni...). Ma soprattutto, quell'atmosfera molto "Miami Vice", quella spavalderia, quella mentalità "noi-contro-tutti". Queste sono le caratteristiche che hanno dato forza al programma, facendo diventare la scuola una delle più ambite degli Stati Uniti.
La cosa che colpisce, di Miami, è appunto la forza di gruppo, di un'idea, di un obiettivo. Le dinastie, specialmente nel college football, disciplina che sulla carta rimane "amatoriale" come caratterizzazione, vengono ricondotte a un singolo giocatore, al limite ad un coach. Non è il caso di Miami. Qui quello che conta è quella U, metà verde e metà arancio, tatuata sul braccio muscoloso di Kellen Winslow in copertina. Gli allenamenti "volontari" alle 6 del mattino in pieno Luglio, gli ex-giocatori (spesso professionisti) che compaiono, nelle occasioni importanti, sull'affollatissima sideline, a far da "padrini".
Un viaggio, dall'interno, nel "dietro le quinte" di un programma sportivo di alto livello, sempre così difficile da cogliere. Consigliato, consigliatissimo, per chi vuole capire di più su come funziona questo mondo particolare, fatto di atmosfere irripetibili, stadi stracolmi, con protagonisti dei ragazzi poco più che vent'enni, ma già abbondantemente maturi per il grande palcoscenico.
..."The rarest of all things has emerged from that smoke: a true dynasty much larger than any player or any coach or any rivalry. From that smoke roars a legacy, a brotherhood, and in a sense, it is a living, breathing thing"...
Nothing like college football. Nothing.