Cani arrabbiati (aka Semaforo rosso)

Creato il 02 dicembre 2010 da Robydick
1974, Mario Bava.
Per ora con questo film termino la mia rassegna di Bava, che tantissimo mi ha soddisfatto ed anche influenzato nel gusto del Cinema, di quello che fa spettacolo, che è godimento puro, pieno di voglia di toccare le corde emotive.
Ho sempre detto che alla fine avrei scelto i suoi film da Olimpo ed ecco, questo a mio parere, pur essendo per certi aspetti atipico per Bava, è sicuramente un Capolavoro.
Plot semplicissimo, tratto da un racconto di Ellery Queen: 4 malviventi compiono una rapina ai danni di un portavalori (una fiat 500!) che deve consegnare i soldi degli stipendi in un'azienda. Qualcosa va male, la rapina diventa sanguinaria, morti già sul posto compreso l'autista dei malviventi, poi fuga in città, polizia che insegue, altri morti, prendono in ostaggio una donna dopo aver sgozzato una sua amica. Ad un semaforo rosso abbandonano la macchina e salgono su un'altra ferma in attesa del verde, con un uomo alla guida ed un bambino che dorme infagottato sul sedile posteriore. Inizia la fuga. Qualcosa non quadra da subito: l'uomo col bambino era molto teso già in altre inquadrature prese prima dell'arrivo dei rapinatori, e poi ha un'insolita freddezza se rapportata alla situazione... tutto si spiegherà e supererà i peggiori sospetti.
Eccezionale, in tutto e per tutto! Il finale, imprevedibile quanto coerente, non è una semplice "ciliegina" ma un culmine. Erano anni violenti quelli in Italia, quando uscì il film, "Si esce poco la sera compreso quando è festa / e c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra" canterà in "L'anno che verrà" Lucio Dalla nell'album omonimo 5 anni più tardi. Al terrorismo (che pure usava le rapine per finanziarsi), alla malavita organizzata, ai casini nelle manifestazioni s'aggiunge un periodo di malavita comune tra i peggiori della nostra storia repubblicana. Era agli inizi anche il boom dei sequestri di persona, coi sequestrati spesso occultati in Barbagia o in Aspromonte, località il cui solo nome ancora oggi rammenta prigionie.
In un paese che ha una paura palpabile Bava esce con un film di pura cattiveria! Aveva gli attributi oversize quell'uomo, bisogna solo inchinarsi e togliersi il cappello. La rappresentazione che ne dà, della cattiveria, non ha nulla di politico né di morale, non è denuncia sociale tanto meno satira, è semplicemente una forma di modernissimo e spaventoso realismo, i personaggi inquietano con alcune loro piccole debolezze unite a momenti di fredda spietatezza, sono sconcertanti eppure ti sembra di conoscerli, sono "normali".
Per nulla normale è invece la modalità espositiva della trama e di ripresa delle scene. Se nelle scene d'azione in esterni all'inizio viene in mente il genere "polizziottesco" di quegli anni, la claustrofobica e continua ripresa d'interni nella macchina è unica. Quasi sempre lì dentro, in quella scatola di lamiera, la macchina da presa è una sorta di ulteriore passeggero, e pure lo spettatore dopo un po' si deve sbottonare il colletto, tanta è l'afosa ansia che si respira. Primi piani si sprecano, come la visione di "dettagli sbagliati", simili a ciò che vedrebbe uno che con difficoltà si barcamena in quell'ambiente angusto.
Non c'è spazio alla pietà, o meglio ce n'è pochissimo, come detto ci sono momenti di debolezza nei personaggi, brandelli d'umanità non del tutto mascherata, solo che ogni scelta, ogni avvenimento, sarà...
Da non perdere.
Un po' di frame, obbligatori, tra i quali ci sono appunti importanti sul film.

la rapina, inizio al 1000 all'ora del film


uccisa quasi per caso, tra i momenti "gustosi"


l'autista della familiare e quel semaforo rosso che sarà importante


tutti i passeggeri, solo il bambino non si vede, sdraiato dietro tra i 2. da sx a dx: il Dottore, capobanda dei rapinatori; dietro di lui Trentadue, soprannome che non si riferisce ai denti; davanti Maria, l'ostaggio; dietro Bisturi, personaggio sinistro, soprannome intuibile, interpretato da Don Backy; alla guida Riccardo, interpretato dal bravissimo Riccardo Cucciolla, qualcuno lo ricorderà grande protagonista in "Sacco e Vanzetti" insieme a Volonté.


ecco il bambino, sempre a "dormire", sempre imbracato nonostante il caldo


l'ottima Lea Krueger che interpreta Maria, l'ostaggio femminile. merita questo primo piano per la bravura anche fuori dal set. questo film per colpa del fallimento della casa di produzione era andato perso e fu proprio Lea a permetterne l'uscita in dvd nel 1995. Onore a lei !


Maria, dopo un tentativo di fuga, non avrà più pace dagli aguzzini, i 2 amici  Bisturi e Trentadue, che già qua...


altro momento "sugoso" per noi horrorofili, con la solita ottima fotografia di Bava


Non si può ignorare l'importanza della colonna sonora nel creare la "atmosfera", composta da Stelvio Cipriani, non certo l'ultimo venuto, che oltre al tema, di cui sotto metto un assaggio, dà prova di eclettismo e competenza. Si sente di tutto, dal jazz al progressive passando per un'elettro-pop incalzante, tutto davvero eccezionale!

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