Cannes 2014: The best (or the beast?) dressed

Creato il 28 maggio 2014 da Sabinap
La 67ma edizione del Festival di Cannes si è appena conclusa ed è arrivato il momento per le fashion addicted di stilare le temute pagelle dei red carpet. Cannes, si sa, è un’importante rampa di lancio per le celebrità di tutto il mondo, nonché il più grande evento pubblicitario della mondanità. Una sorta di vetrina in mondovisione. Per stavolta però possiamo stare tranquilli, nessuno potrà essere spietato: quello di quest’anno è stato infatti un tappeto rosso da manuale. Il made in Italy è stato la chiave del successo del festival, dal Grand Prix che Alice Rohrwacher si è aggiudicata con “Le meraviglie”, alle maison italiane che hanno sfilato in pompa magna senza rinunciare alla raffinatezza. Al primo photocall del film d’apertura Grace di Monaco, Nicole Kidman non ha voluto essere da meno alla celebre diva, sfoggiando un abito bianco Altuzzarra e decolleté Elie Saab. Impeccabile e eterea anche la sera, in Armani Privé.

 Tra i look migliori anche l'abito Chanel Couture di Julianne Moore, vincitrice della Palma d’Oro come migliore attrice protagonista. Ma la Kidman e la Moore non sono state le uniche regine della serata: a contendersi il primo posto Cate Blanchett e Blake Lively, che si sono battute abilmente a colpi di Valentino, Armani Privé e Gucci Première.  
 
Ancora moda italiana per Monica Bellucci, che ha prevedibilmente scelto un abito Dolce&Gabbana a pois neri su fondo rosso e che però non ha entusiasmato molto la stampa e il pubblico. Tra le (tante) best dressed in made in italy spicca anche Jessica Chastain, vera diva avvolta dal blu acceso dell'abito Versace. A festival concluso sono pochissime le cose da rimproverare alle star di questo tappeto rosso, a parte qualche immaginabile colpo di testa che dà dinamicità all'evento, come l'eccesso di fantasia dell'abito di Isabel Rosario Dawson o la scelta improbabile dell'ex Ugly Betty America Ferrera, un abito quasi nuziale (forse un po' troppo Ugly) con cui ha tentato di uniformarsi al clima di classicità, senza successo. 



Simona Scardino

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