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OGNI ANNO la diminuzione degli spettatori televisivi lo conferma: il Festival Internazionale del Cinema è indisponente. La profusione di feste, i fiumi di champagne e i plateaux di ostriche a 4 piani sembrano sfottere i poveracci che faticano ad arrivare alla fine del mese. Come se non bastasse le riviste people e i social networks hanno intaccato il mito della star inaccessibile che sale i mitici gradini rossi. A parte il fatto che ormai li possono salire tutti. Li salgo perfino io con la mia sposa, entrambi camuffati da star con occhiali neri e abiti a nolo. Basta totalizzare abbastanza punti in un concorso su Internet e il gioco è fatto. O meglio ancora, conoscere qualcuno che ti dà i pass. Altrimenti puoi vedere i film a pagamento ma niente marches, ti fanno passare dall'ingresso di servizio. Sì, il contrasto è intollerabile fra le fiabesche sfilate di smoking e paillettes e le prosaiche difficoltà del quotidiano.
MA NON DOBBIAMO scordare l'essenziale: per 10 giorni il mondo batte al ritmo dei giorni e delle notti di Cannes. Che siate d'accordo o meno, per 10 giorni Cannes è al centro del mondo. Il cinema francese, molto presente quest'anno, può mostrare le sue doti creative e contribuire positivamente alla bilancia commerciale, perché da qualche anno i film francesi sono molto richiesti all'estero.
PER ME Cannes non è soltanto un evento sentimentale, dato che per una parte della mia vita siamo cresciuti insieme. E' anche l'immagine di una certa Francia da salvare, l'immagine di un paese di artisti nel quale il commercio non soffoca l'eleganza e l'intelligenza. Il sole si annuncia generoso, la festa magnifica. Approfittiamo di questi giorni per applaudire il cinema e manifestargli il nostro amore. Perché ci fa ridere, ci fa piangere, ci fa sognare, ci fa riflettere e ci fa anche lavorare. Viva Cannes, viva il cinema!
Dragor