Canonical: Gli ho fatto (a Banshee) un’offerta che non potra’ rifiutare

Creato il 25 febbraio 2011 da Idl3

Circa dieci giorni fa Canonical propose a Banshee due opzioni: disabilitare l’Amazon store di default, o lasciarlo abilitato ma tenendosi il 75% degli introiti. Subito si sono scatenate proteste su proteste, che a mio avviso piu’ che sul merito vertevano sul principio.

E’ stata, diciamo pure, l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso. Chi si e’ detto profondamente deluso dal cambiamento di comportamento di Canonical, chi ha fatto notare come in realta’ Canonical sia sempre stata cosi’, solo che le persone si sono illuse su chissa’ quale miracolo.

© Il Padrino

LA PROPOSTA – Ieri Canonical ha ufficialmente presentato la nuova proposta, facendo finta che l’altra fosse un errore di comunicazione. In sostanza queste sono le opzioni possibili:
  • L’Amazon store su Banshee restera’ abilitato, Canonical prendera’ il 75% degli introiti dell’affiliazione, e devolvera’ il 25% di quelli di Ubuntu One alla GNOME Foundation;
  • L’Ubuntu One Store su Banshee verra’ abilitato di default, ma Canonical devolvera’ il 25% degli introiti a GNOME e fara’ la stessa cosa per Rhythmbox.

Ora la palla passa a Banshee e GNOME, ci sono gia’ controproposte in giro, ma si tratta di un offerta che non possono rifiutare (cit.), perche’ se rifiutano la conseguenza sara’ la rispolverata della minaccia di dieci giorni fa.

Ho letto molti commentare che questo 25% con Ubuntu vale piu’ del 100% senza Ubuntu, quindi in sostanza Banshee (e GNOME) ci guadagnano. Sembrerebbe un discorso pragmatico e obiettivo, ma e’ solo tendenzioso. Parlando del FOSS non si puo’ prescindere dai principi etici e comunitari. Dunque Banshee e GNOME devono considerarli quando prenderanno la loro decisione, non devono aver paura di perdere il 25 percento se lo fanno per difendere i principi in cui credono.

CANONICAL != COMUNITA’ – Tuttavia Canonical non e’ una comunita’ e’ un’azienda, deve fare profitti per sopravvivere e per farli deve usare cio’ che ha (non se la passa cosi’ bene da poter fare la schizzinosa). Ha Ubuntu, ha la sua diffusione e il suo bacino utenti, molto alto (rispetto alle altre distribuzioni GNU/Linux). Pretendere che Canonical si comporti diversamente significa essere ingenui, o illusi. Banshee e la sua affiliazione con lo store di AmazonMP3 (e il fatto che si possa con facilita’ passare allo store di Ubuntu One) rappresentano per Canonical una ghiotta occasione, in quanto azienda sarebbe stato stupido lasciarsela sfuggire.

Anche le proteste credo servano a ben poco: primo perche’ il 25 percento che darebbe Canonical e’ molto piu’ dello 0 che danno tanti che ora protestano ma che per il software libero non hanno mai fatto nulla; secondo perche’ ci sono distribuzioni che diversamente da Ubuntu non hanno un’azienda dietro.

Se non ci va bene che Canonical usi Ubuntu per “fare soldi” sfruttando gli upstream, basta usare un’altra distribuzione, nessuno ci obbliga a utilizzare Ubuntu. Lamentarsi serve a poco, se a tante persone va bene usare Ubuntu pur sapendo che dietro c’e’ Canonical, significa che ne accettano anche le conseguenze. E tra le conseguenze c’e’ anche il privilegiare le proprie applicazioni (Ubuntu One), usare l’unico suo potere (la sua diffusione) per stringere accordi vantaggiosi per se stessa, cercare di guadagnare quanto piu’ possibile dalle varie occasioni che le si presentano.

Questi suoi interessi vanno in conflitto con quelli delle comunita’ del software libero, ma si sapeva, e un giorno questo conflitto diventera’ insopportabile.


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